E' il momento di andare oltre le leggi di Asimov: con i robot al lavoro nelle fabbriche e pronti a entrare nelle case, arrivano le prime regole al mondo tese a rendere più semplice la convivenza fra uomo e automi. Sono basate su uno dei gesti più comuni e intuitivi, come il passaggio di un oggetto dalla mano di un uomo a quella di un robot, e arrivano dalla ricerca pubblicata sulla rivista Science Robotics dall'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa in collaborazione con il Centro australiano per la visione robotica (Arc) della Queensland University of Technology di Brisbane.
"Dopo le leggi della robotica, si va nel dettaglio", ha detto all'ANSA il coordinatore dello studio, Marco Controzzi, dell'Istituto di Biorobotica e responsabile dell'Human-Robot Interaction Lab. "La novità, ha osservato, è che "finora nelle macchine non c'era questa conoscenza: il nostro è il primo studio del genere al mondo". Il punto di partenza dei ricercatori è stato osservare il modo in cui si afferra un oggetto per porgerlo ad un'altra persona o ad un robot: solo in apparenza è un gesto semplice, ha osservato Valerio Ortenzi, dell'Arc e co-autore della ricerca.
Per esempio, "quando passiamo un cacciavite sapendo che il nostro interlocutore lo dovrà utilizzare, lasciamo il manico libero in modo che egli possa afferrarlo e utilizzarlo facilmente", ha osservato la prima autrice della ricerca, Francesca Cini, dell'Istituto di BioRobotica. "Non solo quindi - ha proseguito - cambiamo il tipo di presa, ma consideriamo come il nostro compagno dovrà utilizzare l'oggetto. Sono proprio queste informazioni che vogliamo trasmettere ai robot". A partire da questa analisi i ricercatori hanno estratto le prime regole che potranno essere utilizzate dai robot per avere un'interazione più naturale con l'uomo.
L'obiettivo è trasferire su un sistema robotico tutti questi principi guida, che permetteranno di selezionare correttamente il tipo di presa e di facilitare di conseguenza lo scambio di oggetti. Si aprono così nuovi scenari destinati a rendere più diretta e la collaborazione tra uomini e robot. Alla luce di queste regole, per esempio, nelle fabbriche si potranno ottimizzare le fasi di produzione, e potrà diventare più facile interagire con i robot destinati agli ospedali, per la riabilitazione.
"La robotica collaborativa - ha osservato Controzzi - rappresenta la prossima frontiera della robotica sia industriale che domestica, ma perché si realizzi è necessaria una nuova generazione di robot pensati per interagire con l'uomo in modo naturale". Questi risultati, ha concluso, "ci permetteranno di istruire i robot ad agire come un collaboratore umano attraverso l'introduzione di regole semplici, ma al contempo efficaci, nella manipolazione degli oggetti durante azioni congiunte con l'uomo".