Canon è solo l'ultima delle grandi compagnie informatiche a subire i ritardi nella produzione di semiconduttori per dispositivi tecnologici. La divisione tedesca della compagnia, tra i marchi principali nei settori imaging e stampa, ha fatto sapere di aver dovuto eliminare i chip dalle cartucce di alcuni modelli di stampanti indirizzati alle aziende.
Sebbene siano i produttori di smartphone e computer i più colpiti dalla carenza di chip, ci sono molti altri segmenti interessati dalla scarsa disponibilità di componenti elettronici. I fornitori di cartucce sono tra questi. Di norma, i chip inseriti all'interno delle ricariche per stampanti non impattano sulla qualità della stampa stessa ma servono a certificare e validare un prodotto originale. Ed è il motivo per cui, non solo su stampanti Canon, quando si installa una cartuccia compatibile di terze parti quasi sempre si riceve un avviso che informa della non idoneità del ricambio. Per alcuni modelli, l'utilizzo di una cartuccia senza chip equivale a non poter stampare del tutto, a causa dell'intervento di un blocco software che rileva una contraffazione. Nel caso di Canon, basterà accettare le notifiche mostrate dal programma in uso, che avverte della presenza di una cartuccia non originale. L'azienda non ha spiegato fin quando dovrà produrre ricariche prive di chip.
La carenza di semiconduttori ha già causato una riduzione delle scorte di iPhone per il 2021. Alcune compagnie come Tsmc, una delle più grandi fabbriche di semiconduttori al mondo, hanno annunciato importanti investimenti per allentare la pressione sulle catene di approvvigionamento dei chip in Asia, con l'apertura di stabilimenti anche in Europa.