Da due anni Cloudflare, azienda americana che si occupa di infrastrutture di rete, pubblica i risultati di un sondaggio volto a indagare il trend di crescita dei ricatti causati da attacchi informatici che bloccano i computer. Nel report che riguarda l'ultimo trimestre del 2021, il gruppo evidenzia i numeri più alti di sempre, dovuti ad un aumento dei cosiddetti ddos, una tipologia di minaccia che rende impossibile accedere ad un sito o un servizio, perché sotto scacco dei criminali.
Le statistiche riferiscono un incremento pari al 29% anno su anno e del 175% rispetto al trimestre precedente di attacchi ddos finalizzati a richieste di riscatto per riavere online il sito. Tramite un distributed denial of service, gruppi di cracker, che a differenza degli hacker agiscono proprio per estorcere denaro e fondi, convogliano una serie di richieste di clic verso uno stesso portale, col fine di causarne un blocco per troppi accessi. Le industrie più colpite da questi attacchi sono quelle del manifatturiero, videogame, scommesse, servizi per le imprese.
Tra i paesi dai quali ha origine il traffico dei criminali verso la risorsa da bloccare ci sono la Cina, gli Stati Uniti e il Brasile, anche se l'utilizzo di sistemi per rendere anonima la propria posizione, ossia l'indirizzo IP, rendono oramai difficile localizzare il luogo da cui partono effettivamente le operazioni. Le vittime principali, secondo Cloudflare, si trovano negli USA, seguiti da Canada e Germania. Stando ad una recente analisi della società di sicurezza Bitdefender, nel 2022 vedremo sempre più attacchi ddos sponsorizzati dagli stati, che forniscono ai criminali informatici strumenti e fonti per progredire verso le loro attività illecite.