La SpaceX di Elon Musk ha impugnato il suo migliore 'manico di scopa' per spazzare via le battute sarcastiche dei russi e dare man forte dal cielo agli ucraini sotto assedio: grazie al razzo riutilizzabile Falcon 9, ha lanciato da Cape Canaveral 48 nuovi satelliti della costellazione Starlink per l'Internet globale, che da diversi giorni sta operando anche in Ucraina per supportare le comunicazioni durante il conflitto con la Russia.
Il permesso per estendere il servizio era già stato richiesto dalla compagnia un mese e mezzo prima dell'invasione, ma poi, col precipitare degli eventi, è bastato un tweet del vice premier ucraino per sbloccare la situazione. Lo ha raccontato la stessa presidente di SpaceX, Gwynne Shotwell, durante un intervento al California Institute of Technology (Caltech). "Eravamo già al lavoro per cercare di ottenere il permesso di estendere il nostro servizio in Ucraina", ha detto Shotwell. "Lavoravamo con gli ucraini già da un mese e mezzo circa".
Quando il 24 febbraio è partito l'attacco russo, la compagnia di Musk era ancora in attesa di una lettera formale di risposta da parte delle autorità del Paese. "Poi hanno twittato: ecco il nostro permesso", ha aggiunto Shotwell. Il 26 febbraio, infatti, il vice premier ucraino e ministro per la trasformazione digitale Mykhailo Fedorov ha lanciato un messaggio sui social, chiedendo a SpaceX di fornire terminali di Starlink.
Immediatamente Elon Musk ha risposto alla richiesta via Twitter, dicendo che l'azienda aveva avviato la spedizione verso l'Ucraina di diversi terminali, giunti poi nel giro di due giorni. "Loro hanno twittato a Elon e così ci siamo attivati", ha detto Shotwell. "Quello era il nostro permesso. Quello era la lettera del ministro. Era un tweet". Fornire gli strumenti per garantire le comunicazioni "è stata la cosa giusta da fare: credo che il modo migliore per sostenere le democrazie sia assicurarsi che tutti noi comprendiamo qual è la verità".
Per questo il consolidamento della costellazione Starlink è diventato dunque un'azione strategica, che SpaceX sta portando avanti con lanci di nuovi satelliti a cadenza settimanale. A soli sei giorni di distanza dall'ultimo lancio del 3 marzo, oggi la base di Cape Canaveral è stata nuovamente avvolta dal fumo dei motori del razzo Falcon 9, che ha portato in orbita 48 nuovi esemplari Starlink. Una missione che ha avuto il sapore della rivalsa nei confronti dei russi. Quando il countdown segnava meno 44 secondi al lancio, infatti, il via libera è stato dato con una battuta diventata subito virale sui social. "È ora di far volare il manico di scopa americano e ascoltare i suoni della libertà", ha detto Julia Black, direttore di lancio di SpaceX. Chiaro il riferimento ironico alle parole del capo dell'agenzia spaziale russa Dmitry Rogozin, che pochi giorni fa aveva annunciato lo stop alle forniture di motori per razzi agli Stati Uniti invitandoli a volare sulle loro scope.