"Abbiamo riferito alle autorità italiane che stanno indagando, ci aspettiamo che le autorità di altre nazioni possano essere coinvolte": lo dice David Vincenzetti, amministratore delegato di Hacking Team in un comunicato ufficiale anticipato all'ANSA. "Non abbiamo dubbi - aggiunge - che quello che è accaduto alla nostra società è stato un reato sconsiderato e violento. In ogni caso, importanti elementi del nostro codice sorgente non sono stati compromessi e restano protetti e nascosti".
"Siamo impegnati a costruire una infrastruttura interna completamente nuova per mantenere i nostri dati al sicuro. La priorità è sviluppare un aggiornamento che consenta in fretta ai nostri clienti di assicurare la loro infrastruttura di sorveglianza attuale. In autunno rilasceremo una versione completamente nuova del nostro software Remote Control System", aggiunge Vincenzetti.
"Contiamo di consegnare l'aggiornamento nell'immediato. Consentirà di mettere al sicuro nuovamente la versione 'Galileo' del nostro software Remote Control System - sottolinea il ceo di Hacking Team -. In autunno rilasceremo una versione completamente nuova del nostro software Remote Control System, la numero 10, stiamo lavorando da mesi ad una versione completamente rivista del nostro sistema. Sostituirà totalmente il sistema Galileo esistente, non sarà un semplice aggiornamento. Conterrà elementi nuovi per proteggere i sistemi e i dati, alla luce dell'impatto dell'attacco a Hacking Team".
Nel frattempo la Procura di Milano sta indagando anche su una denuncia su questioni interne alla società presentata, prima del recente attacco, dal fondatore, David Vincenzetti. Sono sei le persone indagate, tra ex dipendenti ed ex collaboratori di Hacking Team. Si tratterebbe, in sostanza, di dipendenti 'infedeli' che circa un anno fa, nel 2014, secondo le accuse sarebbero entrati in possesso dei codici sorgente necessari per lo sviluppo dei software creati dalla società.
La denuncia sui presunti abusi da parte di dipendenti e collaboratori, che attualmente non lavorano più per la società, è stata presentata da Vincenzetti circa due mesi fa. L'iscrizione degli ex dipendenti nel registro degli indagati, avvenuta nei giorni scorsi, è quindi precedente all'attacco hacker. La polizia postale, coordinata dal pm di Milano Alessandro Gobbis, esperto nei reati informatici, sta indagando anche su eventuali collegamenti con l'intrusione subita da Hacking Team nei giorni scorsi. L'inchiesta sull'assalto hacker - il reato ipotizzato è accesso abusivo a sistema informatico - è invece a carico di ignoti.
Sono due, infatti, le inchieste aperte dalla Procura, entrambe assegnate dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, che coordina il dipartimento competente per i reati informatici, al pm Alessandro Gobbis. La prima inchiesta riguarda quindi il reato di accesso abusivo al sistema informatico della società che fornisce programmi di sorveglianza a governi di tutto il mondo, con al centro la violazione di email e documenti riservati in parte pubblicati online. La seconda è relativa invece alla denuncia presentata dal fondatore di Hacking Team. Da quanto si è appreso, Vincenzetti verrà ascoltato nei prossimi giorni dagli inquirenti, insieme ad altri protagonisti della vicenda.