ROMA - Sempre più in crescita il cyberspionaggio e il ransomware, quel virus che prende in ostaggio i dispositivi e che risulta la quinta tipologia di virus malevolo più diffuso al mondo. E' l'allarme che lancia il rapporto Verizon 2017, arrivato alla sua decima edizione. In aumento anche il pretexting, una forma di raggiro via mail e telefonico, sempre più rivolto ai dipendenti del settore finanziario.
Il Data Breach Investigations Report di Verizon raccoglie il contribuito di 65 aziende ed ha esaminato oltre 42mila incidenti di sicurezza, registrando quasi duemila violazioni in più di 84 Paesi. Il 51% delle violazioni analizzate vede il ricorso al malware, i virus malevoli, con i ransomware aumentati del 50% rispetto alla precedente rilevazione. Secondo Verizon, il phishing si dimostra ancora una volta una tecnica vincente con il 43% delle violazioni di dati. Nel mirino anche le organizzazioni più piccole: il 61% delle vittime prese in esame nel report sono state aziende con meno di 1.000 dipendenti. Nel 21% dei casi analizzati il cyber-spionaggio ha colpito in particolate il settore manifatturiero, la pubblica amministrazione e l'istruzione.
"Gli attacchi che sfruttano il fattore umano sono ancora un tasto dolente - spiega Bryan Sartin di Verizon -. I cybercriminali sfruttano soprattutto quattro aspetti principali del comportamento umano per convincere gli utenti a rivelare informazioni: entusiasmo, distrazione, curiosità e incertezza. Non esiste un sistema impenetrabile, ma implementare una buona protezione di base può fare davvero la differenza".