Facebook ha risposto in 454 pagine alle oltre duemila domande rivolte al Ceo Mark Zuckerberg lo scorso aprile da parte di esponenti della Camera e del Senato degli Stati Uniti, in seguito allo scandalo Cambridge Analytica e alle inserzioni di troll russi sul social network per influenzare le elezioni presidenziali Usa. In due documenti pubblicati sul sito del Senato, in risposta alle domande delle commissioni Giustizia e Commercio, la società tra le altre cose si difende dalle accuse di monopolio, spiega che sta imparando dai suoi errori e che sta dando più controllo agli utenti sulle informazioni raccolte.
In merito ai cosiddetti "profili ombra", cioè alle informazioni che Facebook raccoglierebbe anche sulle persone non iscritte al social, la compagnia spiega di ricevere informazioni sui non-utenti dai siti web che incorporano il tasto "like" e il tasto "commenti" di Facebook, ma di non aver modo di identificare queste persone.
"Non creiamo profili dei non utenti, né usiamo i dati memorizzati da browser e app per mostrare loro pubblicità mirate dei nostri inserzionisti", si legge. "Tuttavia possiamo cogliere l'opportunità di mostrare un annuncio generico, non correlato alle caratteristiche della persona, o un annuncio che incoraggia il non utente a iscriversi a Facebook".