(ANSA-AP) - ROMA, 3 OTT - Una donna texana, vittima di
stupro e traffico di esseri umani quando era minorenne, ha fatto
causa a Facebook sostenendo che il social offre ai trafficanti
un modo illimitato per "perseguitare e portare i bambini nel
mercato del sesso". La donna, il cui nome non è noto, aveva 15
anni quando, nel 2012, è stata violentata e picchiata dopo
essere stata presa di mira su Facebook.
Secondo l'accusa, che chiede 1 milione di dollari di
risarcimento, Facebook va ritenuto responsabile per la condotta
dei trafficanti di sesso perché è diventato "il primo punto di
contatto tra loro e i bambini. Facebook non solo fornisce una
piattaforma illimitata su cui i trafficanti possono prendere di
mira i bambini, ma dà loro credibilità".
Stando a quanto riferito dalla legale della donna, Annie
McAdams, la vittima è diventata amica di un utente su Facebook
che ha ottenuto a sua fiducia e le ha promesso un lavoro da
modella, ma che poi in cambio di denaro l'ha 'consegnata' a
persone che l'hanno stuprata e picchiata.
Secondo l'avvocato, Facebook non ha fatto abbastanza per
garantire che gli utenti non siano in grado di nascondere le
loro identità a minori ignari che potrebbero essere bersagli dei
trafficanti, né per mettere in guardia i minori su questo
pericolo. (ANSA-AP).