Microsoft chiede al governo Usa più regole sul riconoscimento facciale, una tecnologia in grande espansione. "Se non agiamo, rischiamo che da qui a cinque anni si ampli in modo tale da non riuscire più controllarla", dice in un post Brad Smith, chief counsel di Microsoft. Il manager, inoltre, sostiene che la revisione dei risultati di questa tecnologia debba essere affidata agli uomini e non al computer.
Soprattutto, aggiunge, "quando le decisioni possono creare un rischio di danno fisico o emotivo ad un utente oppure quando possono esserci implicazioni sul fronte dei diritti umani o fondamentali, o laddove la libertà personale o la privacy di un consumatore possano essere intaccate". La tecnologia di riconoscimento facciale viene comunemente utilizzata per attività quotidiane come ad esempio sbloccare telefoni e taggare gli amici sui social media. Ma i progressi dell'intelligenza artificiale e la proliferazione delle telecamere, come in Cina, hanno reso sempre più facile monitorare ciò che gli individui stanno facendo.
Microsoft non è l'unica a sollevare preoccupazioni sull'uso di questa tecnologia. A maggio, l'Aclu, associazione americana per i diritti civili, ha rivelato che Amazon stava vendendo la sua tecnologia di riconoscimento facciale, Rekognition, alle forze dell'ordine negli Stati Uniti. Un test condotto da Aclu a luglio ha rilevato che il sistema confondeva 28 membri del Congresso con noti criminali.