Facebook scende in campo per difendere le proprie politiche di moderazione, dopo le accuse del New York Times che le ha definite "disorganizzate, improvvisate e riservate", sostenendo che il portale fa "le cose al risparmio".
Il Times, ha spiegato il portale, "ha ragione a dire che regolarmente aggiorniamo le nostre politiche per tenere conto del costante cambiamento della cultura e delle lingue in tutto il mondo, ma è un processo che è molto lontano dall'essere 'improvvisato'". Facebook ha spiegato che il team addetto alla moderazione, composto da circa 30.000 persone di cui 15.000 addetti alla revisione dei contenuti in tutto il mondo, aggiorna le proprie politiche basandosi sui nuovi trend notati dai controllori, ma anche dai feedback che ricevono dentro e fuori la compagnia.