Manca poco più di un anno alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2020 e Facebook prova a intensificare gli sforzi per non essere utilizzato come strumento per interferire nella politica e nelle democrazie mondiali, memore del Russiagate e di quanto accaduto nelle presidenziali 2016. Lancia uno strumento di sicurezza che si chiama 'Protect' e monitora i profili dei candidati e del loro staff che potrebbero essere vittima di hacker o di attacchi degli oppositori stranieri. Inscrivendosi a questo progetto, se la piattaforma rileva un attacco può esaminare e proteggere anche gli account collegati. La novità è annunciata in un post ufficiale di Facebook dal titolo "Helping to Protect the 2020 US Elections', in cui viene spiegato un maggiore sforzo della piattaforma anche in ambito disinformazione e 'fake news'.
"Dal prossimo mese - annuncia il social - i contenuti su Facebook e Instagram che sono valutati come falsi o parzialmente falsi dal fact-checking di terze parti, inizieranno ad essere etichettati in modo più evidente in modo che le persone possano decidere meglio cosa leggere, di cosa fidarsi e cosa condividere". Le etichette verranno visualizzate in cima a contenuti falsi su Facebook e anche nelle Storie su Instagram, corredati da link in cui le informazioni sono state verificate da media esterni. "Abbiamo la responsabilità di bloccare abusi e interferenze elettorali sulla nostra piattaforma. Ecco perché dal 2016 abbiamo effettuato investimenti per identificare meglio le nuove minacce, chiudere le vulnerabilità e ridurre la diffusione di disinformazione virale e account falsi", sottolinea il social network.
Facebook ha poi reso noto di avere bloccato quattro nuove operazioni di interferenza straniera provenienti dall'Iran e dalla Russia, tra cui una incentrata sulle elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2020. Nel mirino dei sospetti l'agenzia russa Internet Research Agency (Ira). La campagna ha utilizzato 50 account Instagram e un account Facebook con circa 246.000 follower per pubblicare quasi 75.000 post, secondo Graphika, una società di analisi di social network che ha esaminato la campagna per Facebook. La maggior parte dei post era incentrata sulla polarizzazione delle questioni politiche e alcuni affrontavano in modo specifico le elezioni del 2020.