Un punto di riferimento per l'analisi e il contrasto alla disinformazione con il compito di monitorare l'attività in rete e i social media in particolare. Nasce l'European Digital Media Observatory, la struttura ideata dalla Commissione Europea e composta da un network di hub nazionali in otto paesi UE. Tra i compiti quello di studiare l'impatto delle fake news sulle società per diffondere pratiche positive nell'uso dei media digitali. L'Hub italiano (IDMO - Italian Digital Media Observatory) sarà realizzato con il coordinamento dall'Università Luiss Guido Carli insieme a Rai, Tim, Gruppo Gedi La Repubblica, Università di Tor Vergata, T6 Ecosystems, Newsguard, Pagella Politica e con la collaborazione di Alliance of Democracies Foundation, Corriere della Sera, Fondazione Enel, Reporters Sans Frontières, The European House Ambrosetti.
"Lavoreremo per insegnare a distinguere il vero dal falso", ha affermato Gianni Riotta, direttore del Luiss DataLab, che ha coordinato l'evento di presentazione nella sede dell'università.
La disinformazione negli ultimi mesi è aumentata del 500% nel nostro paese, ha spiegato, fornendo dati allarmanti sul fenomeno: il 20% dei cittadini americani non crede alla scienza, il 50% dei cittadini britannici non crede alla stampa insieme al 48% degli americani e il 42% degli inglesi pensa che il governo menta. Gli hub sono finanziati, in questa fase di avvio, con undici milioni di euro. "La disinformazione mina le basi del normale dibattito democratico - ha sottolineato in un messaggio il commissario europeo Paolo Gentiloni -. L'Osservatorio è un elemento importante della nostra azione per promuovere la verifica dei fatti e migliorare la capacità di comprensione e contrasto della disinformazione online".