Una campagna su YouTube in Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca per contrastare le fake news sui rifugiati ucraini. L'iniziativa è di Google e include video di 90 secondi che mirano a informare gli utenti su come le bufale tendono a ingannarli sulle vicende che riguardano la guerra. Il progetto si basa su una ricerca degli psicologi delle università di Cambridge e Bristol con cui il team di Jigsaw - una sussidiaria di Google - ha collaborato per la realizzazione dei video. Lo sviluppo della disinformazione è una seria preoccupazione all'interno dell'Unione Europea, a giugno la Commissione ha annunciato un nuovo Codice di condotta conto la disinformazione in rete a cui hanno aderito i principali big della tecnologia.
"Se dici alle persone che ciò che credono vero in realtà è falso, molte contesteranno - ha affermato Jon Roozenbeek del Social Decision-Making Lab (SDML) di Cambridge, autore principale della ricerca - Ma quello che si può prevedere sono le tecniche che verranno utilizzate per diffondere la disinformazione, come con la crisi ucraina". Notizie false sui rifugiati ucraini che commettono crimini in giro per l'Europa e abusano di fondi e aiuti hanno iniziato a circolare subito, secondo la divisione Jigsaw. La disinformazione si è diffusa rapidamente, spinta anche dagli account social pro-Mosca. I ricercatori hanno creato una serie di video incentrati sull'insegnamento di specifiche tecniche di disinformazione, tra cui un linguaggio carico di emozioni, attacchi personali o falsi confronti tra due elementi non correlati. Le clip hanno quindi dimostrato come queste tattiche possono apparire nei titoli o nei post sui social media, per far credere ad una persona qualcosa che non è vero. Secondo i fautori dell'iniziativa, chi ha guardato i video si è dimostrato più pronto a distinguere le informazioni false da quelle vere. "L'effetto è stato coerente tra individui con diversi livelli di istruzione e differenti tipi di personalità - ha spiegato Roozenbeek. - Questa è la base di una vaccinazione generale contro la disinformazione".