Abbiamo venduto la nostra tecnologia rispettando al "100% leggi e regolamenti dei paesi": dopo il pesante attacco hacker subito il 6 luglio scorso torna a farsi viva Hacking Team, la società milanese che vendeva software-spia a governi, intelligence e aziende di mezzo mondo.
"La tecnologia dell'azienda è conforme alle normative sviluppate nel 2014 ed entrate in vigore nel gennaio 2015. In base a questo nuovo regolamento, l'Italia esamina tutte le vendite della nostra tecnologia, in conformità con l'Ue e l'accordo di Wassenaar", spiega l'azienda in una nota.
"La nostra tecnologia - puntualizza - non è mai stata categorizzata come arma, anche nel periodo in cui l'abbiamo venduta al Sudan nel 2012. Solo di recente è stata classificata dall'accordo di Wassenaar come una 'tecnologia a doppio uso', cioè usata per scopi sia civili sia militari".
Hacking Team, nel suo comunicato, ribadisce poi di "essere stata vittima di un attacco" e quindi è la parte offesa, e che "i dati derivanti delle investigazioni dei clienti non sono state esposti e restano in mano ai clienti stessi, Hacking Team non ha accesso", quindi "non è vero che il suo software ha una backdoor". Hacking Team ripete infine che in seguito all'attacco del 6 luglio "elementi importanti del codice sorgente non sono stati compromessi e restano protetti" e che l'azienda "non è stata coinvolta in nessun programma che prevedeva l'uso di droni come riportato" dai media.