Pressione continue e indebite sugli utenti per far accettare nuovi termini sulla privacy che non sono comprensibili né trasparenti. Con questa accusa l'Organizzazione europea dei consumatori Beuc e i suoi membri (per l'Italia c'è Altroconsumo) hanno presentato una denuncia alla Commissione europea e alla rete europea delle autorità dei consumatori contro WhatsApp. "Da diversi mesi WhatsApp sta esercitando pressioni indebite sui suoi utenti affinché accettino i nuovi termini di utilizzo e la politica sulla privacy - spiega Beuc in una nota - eppure questi termini restano vaghi, non sono né trasparenti né comprensibili per gli utenti".
Il reclamo è dovuto ai contenuti e alla tempistica delle notifiche "persistenti, ricorrenti e invadenti", continua la nota, che spingono gli utenti ad accettare gli aggiornamenti dei termini di utilizzo di WhatsApp. Si tratta, prosegue Beuc, di "un'indebita pressione", ne "pregiudica la libertà di scelta" e "costituisce una violazione della Direttiva Ue sulle pratiche commerciali sleali". Per Beuc WhatsApp "non è riuscita a spiegare in un linguaggio semplice e comprensibile la natura delle modifiche", tanto che "è praticamente impossibile per i consumatori avere una chiara comprensione delle conseguenze che i cambiamenti di WhatsApp comportano per la loro privacy, in particolare in relazione al trasferimento dei loro dati personali a Facebook e ad altre terze parti". Questa ambiguità è "una violazione del diritto dei consumatori dell'Ue, che obbliga le aziende a utilizzare condizioni contrattuali e comunicazioni commerciali chiare e trasparenti", accusa Beuc.