Lo sviluppo di norme che riguardano i contenuti dannosi online e che coinvolgano legislatori, aziende private, società civile, utenti. E basate su riflessioni riguardo la libertà di espressione, la tecnologia e la natura globale di Internet. Sono questi, in sintesi, i contenuti di un 'white paper' che Facebook pubblica proprio nel giorno in cui Mark Zuckeberg è a Bruxelles per incontrare tre commissari europei chiave per lo sviluppo del digitale: Margrethe Vestager (concorrenza e digitale), Thierry Breton (mercato interno) e Vera Jourova (trasparenza).
"Se studiate in modo adeguato, le nuove linee guida per la regolamentazione dei contenuti dannosi online possono contribuire al successo continuativo di Internet attraverso l'elaborazione di modalità chiare, la condivisione di responsabilità e la collaborazione tra governi, aziende e società civile", spiega Monika Bickert, Vice Presidente, Content Policy di Facebook.
Il documento di Facebook pone quattro domande che toccano argomenti chiave del dibattito sulla regolamentazione dei contenuti dannosi online: libertà di espressione, responsabilità delle piattaforme Internet, livello di performance delle aziende, definizione dei contenuti dannosi da proibire online.
Per Facebook attribuire "responsabilità ai sistemi e alle procedure aziendali per la moderazione dei contenuti è il modo migliore per incentivare le aziende a bilanciare valori come sicurezza, privacy e libertà di espressione". Inoltre, spiega la piattaforma, "qualsiasi approccio normativo a livello nazionale destinato alla gestione dei contenuti dannosi dovrebbe tenere conto della portata globale di Internet e del valore delle comunicazioni internazionali.
Pertanto, aggiunge, tali approcci dovrebbero essere finalizzati ad accrescere l'interoperabilità tra regolatori e regolamenti". Gli enti regolatori, sottolinea poi Facebook, "dovrebbero avere la consapevolezza delle capacità e dei limiti della tecnologia in materia di moderazione dei contenuti e garantire alle aziende che operano su Internet la flessibilità necessaria all'innovazione. Un approccio che funziona per una piattaforma specifica o per un determinato tipo di contenuto potrebbe essere meno efficace o addirittura controproducente se applicato altrove. Gli enti regolatori dovrebbero considerare la gravità e la diffusione dei contenuti dannosi in questione, la loro natura giuridica e gli sforzi già intrapresi per trattarli", conclude Monika Bickert, Vice Presidente, Content Policy di Facebook, augurandosi che il "white paper favorisca ulteriormente il dibattito sulla regolamentazione dei contenuti online".