I ministri delle Finanze del G7 raggiungono un accordo "sul principio di una aliquota globale minima del 15% per la tassazione delle grandi imprese, applicata Paese per Paese", sarà valida anche per i colossi digitali. Secondo il Tesoro britannico, "le maggiori imprese globali, con margini di profitto di almeno il 10%, vedranno il 20% di tutti gli utili al di sopra di tale soglia riallocato e tassato nei Paesi dove effettuano vendite".
"Saluto con grande soddisfazione l'accordo sulla tassazione delle multinazionali raggiunto oggi a Londra dai ministri delle finanze del G7. È un passo storico verso una maggiore equità e giustizia sociale per i cittadini", dichiara il premier Mario Draghi.
Per la segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen è "un impegno senza precedenti che metterà fine alla corsa al ribasso. "Il G20 potrebbe essere il sigillo di questa intesa, allargandola a tanti altri protagonisti della economia mondiale", afferma il commissario europeo Paolo Gentiloni.
Google e Facebook a favore dell'accordo del G7 sulla tassazione globale delle multinazionali, che tocca direttamente i loro interesse anche se non arriva, come avrebbe voluto la Francia, a prendere esplicitamente di mira i colossi digitali. Nick Clegg, vicepresidente affari globali di Facebook, osserva: "Vogliamo che la riforma della tassazione internazionale abbia successo, e riconosciamo che potrebbe significare un carico fiscale maggiore per Facebook, e in diversi Paesi". Un portavoce di Google, secondo Sky News, dichiara che il gruppo è fortemente a favore dell'iniziativa e spera in un accordo finale "bilanciato e durevole".
Perplessità vengono espresse oggi da Pechino.  La Cina ritiene che il Gruppo delle 20 economie principali dovrebbe adottare "un approccio pratico" verso la definizione di qualsiasi imposta societaria minima globale e, in questo modo, dimostrare inclusività . Commentando l'accordo del fine settimana raggiunto dal G7 finanziario sulla definizione di un'aliquota globale dell'imposta sulle società di almeno il 15%, il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha osservato che Pechino "ritiene che il G20 gestirà le preoccupazioni di tutte le parti". La Cina, che è membro del G20 ma non del G7, ha attualmente un'imposta sulle società al tasso del 25%.
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