MILANO - La sostenibilità economica della filiera delle tlc "deve essere una priorità". E' il richiamo che Asstel ha portato al tavolo istituzionale per le telecomunicazioni presso il Ministero dello Sviluppo Economico. "Le reti di telecomunicazioni, intese come piattaforme abilitanti della digitalizzazione del Paese, sono indispensabili per la realizzazione dei progetti di riforma dei molti ambiti applicativi oggetto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e questo - ha esordito il Presidente di Asstel Massimo Sarmi - pone in capo agli operatori una grande responsabilità, a cui da tempo fanno fronte tramite ingenti investimenti, nonostante le imprese si trovino ad operare in un mercato ipercompetitivo, alla base del calo strutturale dei margini e dei ricavi, che porta le stesse ad agire su costi e investimenti".
La delegazione di Asstel composta da Sarmi, dal Direttore Laura Di Raimondo e dagli amministratori delegati delle imprese associate è stata "un'occasione per discutere - con il Ministro del Mise Giancarlo Giorgetti, la Sottosegretaria Anna Ascani, il Ministro per l'Innovazione Tecnologica, Vittorio Colao, e le Organizzazioni Sindacali di categoria - delle sfide della Filiera Tlc in Italia, alla luce delle dinamiche economiche e della fase di avvio del Pnrr".
Tlc: Asstel, dal 2010 quasi 80 miliardi di investimenti
Ricavi in costante calo scesi a 28 miliardi
MILANO - Dal 2010 al 2021 gli operatori tlc "hanno investito quasi 80 miliardi di euro, la gran parte dei quali per la costruzione dell'infrastruttura ultrabroadband, con valori in crescita negli anni. Investimenti superiori, in valore assoluto e in percentuale sui ricavi, a quelli in reti di distribuzione e trasporto per altri servizi di pubblico interesse. Questo nonostante importanti cali dei ricavi che proseguono anche nel 2021" portando il loro valore a circa 28 miliardi di euro.
Lo ricorda Asstel durante il Tavolo istituzionale per le telecomunicazioni presso il Ministero dello Sviluppo Economico. La contrazione dei ricavi "è legata alla forte competizione interna al mercato, che ha prodotto una dinamica dei prezzi costantemente deflattiva, tale da non consentire agli operatori neanche il recupero del tasso di inflazione. Nel 2021 i prezzi in Italia sono scesi di quasi il 3%, calo maggiore tra i principali Paesi europei, che nella gran parte dei casi registrano una stabilità o un leggero incremento".
Nello stesso periodo, gli altri comparti del segmento Utilities hanno registrato un aumento medio del 12%, secondo l'Osservatorio sulle comunicazioni Agcom, aprile 2022. Sempre dalla stessa fonte, bene i consumi: anche nel 2021, cresce il numero di accessi a velocità superiori a 100 Mbps (+21% rispetto al 2020), arrivando a valere il 62% delle linee broadband complessive; continua parimenti il forte incremento dei volumi di traffico dati sia da fisso sia mobile, cresciuti rispettivamente del 79% e del 107% dal 2019 al 2021.