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Energia: esperto, Tlc assorbono 15% domanda italiana in 1 anno

Chiaroni (PoliMi), non credo blackout ma serve meno 'real time'

"L'infrastruttura digitale delle telecomunicazioni, tra data center e stazioni radio, assorbe il 15% della domanda complessiva di energia italiana in un anno. Equivale a tutto il settore tessile ed è più del doppio della farmaceutica. E' un settore fondamentale che potrebbe avere problemi dal punto di vista dei rincari e nel caso in cui si debbano adottare politiche di austerity". E' il parere di Davide Chiaroni, Vicedirettore di Energy & Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, riguardo l'impatto della crisi energetica innescata dall'invasione russa dell'Ucraina sul settore della tecnologia.

"Sta diventando un problema sostenere i costi che abilitano i data center e le reti di trasmissione, due settori importanti dell'infrastruttira tlc digitale che permettono di avere in piedi la rete 4G e 5G che agevola la trasmissione delle comunicazioni e consuma tra i 4 e 5 Terawatt l'ora", aggiunge Chiaroni. Nei giorni scorsi un articolo del Financial Times ha reso noto che i due maggiori operatori di data center del mondo, Equinix e Digital Realty Trust, hanno elaborato un piano d'emergenza e stanno facendo scorta di carburante per i generatori e garantire così il funzionamento continuo dei loro siti europei. "Non credo arriveremo a situazioni di blackout delle comunicazioni - sottolinea l'esperto - per la crisi energetica sono più esposti la grande produzione industriale, il mondo del commercio e i trasporti. Quello delle telecomunicazioni non è sicuramente il primo settore ad essere messo a rischio, anzi per la sua criticità ed essendo una infrastruttura vitale per il paese, è una delle ultime cose che si spegnerebbero ci sarebbero invece azioni di sostegno". Per Chiaroni, "le azioni da compiere nel breve periodo non sono tantissime".

"Sarebbero utili - spiega - soluzioni per aumentare una componente di autoproduzione ma ad oggi soltanto il 5% del fabbisogno delle società tlc è soddisfatto attraverso l'autoproduzione green. C'è una crescita della sensibilità da parte delle aziende e nei prossimi due-tre anni verranno accelerati i piani in tal senso. L'unica cosa che su cui si può agire al momento è l'identificazione dei servizi che possono essere sganciati in alcuni periodi. Ad esempio, siamo abituati ad avere sistemi di chatbot di assistenza automatica 24 ore al giorno, mantenere attivi questi sistemi consuma più dati, si può agire sulla loro limitazione. Così come si potrebbe immaginare lo spegnimento di alcuni siti o alcune parti di siti per periodi di tempo, tenerli sempre aggiornati ha un suo consumo energetico. Bisogna ragionare su situazioni di gestione meno 'on demand' o 'real time'".

Noi consumatori quanto siamo energivori con la tecnologia? "La parte preponderante dei nostri consumi elettrici, se ragionamo nel periodo invernale, oltre al riscaldamento riguarda la parte elettrica dei nostri dispositivi, dai modem perennemente agganciati, all'elettronica di casa con computer, console, tv, elettrodomestici. La parte domestica dei nostri consumi, comprese le luci, vale mediamente tra il 20% e il 25% circa dei consumi di energia elettrica complessivi. Dal punto di vista del gas prendono invece circa il 30% dei consumi nazionali".

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