Wojtyla, da idolo delle masse a santo
Esempio di vita per l'uomo contemporaneo
Da idolo delle masse cattoliche a santo, da star ad esempio di vita per l'uomo contemporaneo. Santo dopo soli nove anni dalla morte, a tempo di record rispetto a qualsiasi altro santo e ai papi santi. Karol Wojtyla viene canonizzato dopo un processo rapidissimo ma regolare, cominciato poche settimane dopo che ai funerali erano comparsi gli striscioni "santo subito".
Di fronte alle invocazioni di santità e al vuoto lasciato dal papa forte e carismatico che aveva regnato per quasi 27 anni, quello che per generazioni di cattolici era "il" papa e sembrava l'unico papa possibile, Benedetto XVI nel 2005, anche se personalmente convinto della santità del predecessore, ha scelto di seguire un regolare iter canonico - a parte la dispensa alla attesa dei cinque anni dalla morte, analoga a quella che Wojtyla aveva concesso per madre Teresa di Calcutta.
La scelta del papa teologo si è dimostrata saggia, giacché canonizzare senza processo un papa morto da poco e che ha lasciato una traccia ancora tanto vivida nella opinione pubblica, non solo cattolica, presentava il rischio di trasformare la proclamazione di santità in una approvazione in toto di tutte le scelte e azioni, o il rischio opposto di osteggiare la canonizzazione in nome degli aspetti più controversi del pontificato. E questo anche se più volte anche prima della canonizzazione di Wojtyla, e in particolare rispetto al processo su Pio XII, il Vaticano ha argomentato che la proclamazione di santità non significa approvazione di ogni gesto, decisione o atto compiuti dal nuovo santo. Cominciata a tempo di record la causa ha goduto di molte testimonianze di contemporanei del papa polacco, e durante l'iter sono state ascoltate anche testimonianze in tutto o in parte critiche.
Tra queste si registra quella particolarmente critica di Giovanni Franzoni, che ha suggerito al tribunale canonico di informarsi sull'atteggiamento a suo parere scorretto di papa Wojtyla nei confronti di mons. Oscar Arnulfo Romero, il vescovo di El Salvador assassinato dagli squadroni della morte. In sedi diverse dal tribunale canonico il superiore dei lefebvriani, Bernard Fellay, ha osservato che la beatificazione di Giovanni Paolo II avrebbe avuto come effetto immediato di consacrare l'insieme del suo pontificato, "tutte le sue imprese, anche le più scandalose" e ha elencato tra queste la preghiera per la pace ad Assisi, la visita alla sinagoga, il bacio del Corano.
Nelle deposizioni per il processo canonico sono inoltre documentate le perplessità del cardinale Carlo Maria Martini sull'ultima dolorosa fase della malattia di Wojtyla: Martini, anche lui afflitto dal Parkinson, era convinto che il papa avrebbe dovuto ritirarsi prima. Con la beatificazione il primo maggio del 2011 Benedetto XVI ha offerto Wojtyla al popolo cattolico come un modello di vita, e al mondo globalizzato come una persona capace di parlare al cuore e all'intelligenza. C'era già tutta la santità Karol Wojtyla, che verrà sancita per la Chiesa universale, il prossimo 27 aprile, da papa Francesco. (giovanna.chirri@ansa.it)