Sopravvissuto Concordia, 'Voglio vederla andar via'
Pablo Lazaro, tragedia assurda, ho visto morte in faccia
Pablo passa le sue giornate sul molo rosso, il punto più vicino alla Concordia accessibile dalla terraferma: "non me ne andrò fin quando quella nave non lascerà l'isola. Lì sopra ho visto la morte, ho creduto davvero di morire. E ora voglio solo vederla andarsene per sempre. Solo questo, poi me ne andrò". Pablo Lazaro è un signore spagnolo di 66 anni, viene da Alicante e quel 13 gennaio del 2012 era con la moglie Ana Mercedes e il figlio Edgar l'ospite della cabina 8220, ponte otto, "lo stesso della plancia di comando".
In tasca ha ancora il badge per aprirla. Si erano imbarcati a Barcellona quattro giorni prima e tutto si sarebbe aspettato meno che di finire all'ospedale di Grosseto, portato via dalla nave con un elicottero. "Quella sera - racconta - eravamo a cena. Abbiamo sentito prima un rumore sordo e lungo, poi un colpo secco che ha fatto volare tavoli e sedie. L'altoparlante di bordo ripeteva che c'era un problema al generatore elettrico ma io sono meccanico, certe cose le capisco. Pensano che la gente sia stupida, ma non è così: ho capito subito che avevamo sbattuto contro le rocce. Ho sentito il colpo sulle mie ginocchia".
Sono momenti di panico, che Pablo non potrà mai dimenticare. "Ho preso mia moglie e le ho detto 'andiamo via di qui', siamo corsi in cabina a prendere i giubbotti, tutto intorno c'era il panico. Poi siamo scesi al ponte quattro, quello delle scialuppe, ma quando una di quelle è andata a sbattere contro la nave che si inclinava, ho capito che se saremmo rimasti lì saremmo morti. Così ho cercato di risalire e aspettare qualcuno che ci venisse a salvare". Pablo, Ana ed Edgar ce l'hanno fatta: facevano parte di quella lunga scia di formiche umane sul lato di sinistra della nave, quello non finito sott'acqua, ripresa dalle telecamere ad infrarossi dei soccorritori. "Siamo stati ad un passo dalla morte - dice - non vedevamo l'isola, solo il mare nero davanti a noi. Ho guardato negli occhi mia moglie e le ho detto: 'questi sono gli ultimi istanti della nostra vita". Non è andata così; Pablo e la sua famiglia sono stati recuperati alle 3 di notte e portati direttamente a Grosseto.