Esplosione di vulcanelli a Macalube, i soccorsi
Le Macalube, dall'arabo maqlùb terra che si rivolta, sono un esempio del fenomeno geologico denominato "vulcanesimo sedimentario
FOTO DI CALOGERO MONTANA
Risale a sei anni fa l'ultima violenta esplosione dei vulcanelli nella riserva Macalube di Aragona, istituita nel 1995 e gestita da Legambiente Sicilia e ogni anno meta di migliaia di turisti.
Le macalube, dall'arabo maqlùb terra che si rivolta, sono un esempio del fenomeno geologico denominato "vulcanesimo sedimentario". L'area si trova a circa 15 Km da Agrigento. Tra il 2002 e il 2008, le macalube o "vulcanelli" sono state al centro di un fenomeno che ha prodotto profonde fenditure nel terreno e la formazione di una vasta collina a seguito di forti esplosioni con riversamenti di quantità enormi di argilla e fango. Il fenomeno è legato alla presenza di terreni argillosi poco consistenti, intercalati da livelli di acqua salmastra, che sovrastano bolle di gas metano sottoposto a pressione.
Il gas, attraverso discontinuità del terreno, affiora in superficie, trascinando con sé sedimenti argillosi ed acqua leggermente salata a temperature comprese tra i 20 ed i 25 °C, che danno luogo a un cono di fango la cui sommità è del tutto simile a un cratere vulcanico. La consistenza dei fanghi argillosi è a volte così liquida, come nella zona di Caltanissetta, da non permettere la formazione di veri e propri coni vulcanici. Altre volte il fenomeno assume carattere esplosivo, con espulsione di materiale argilloso misto a gas e acqua scagliato a notevole altezza.