Indagato, come atto dovuto, per sequestro di persona e omicidio e denunciato per detenzione illegale di esplosivo risalente alla seconda guerra mondiale e di migliaia di munizioni. Orazio Fidone, il cacciatore che tre giorni fa ha scoperto il corpo del piccolo Loris Stival, resta al centro dell'attenzione giudiziaria a Santa Croce Camerina. "Sono tranquillo, non ho alcunché da temere", ripete il cacciatore. La magistratura vuole ricostruire, con certezza, la dinamica del ritrovamento avvenuto poco prima delle 17 di tre giorni fa, quattro ore dopo la scomparsa del piccolo che non era entrato a scuola. Fidone, con la sua auto era andato a cercare il bambino, in una zona isolata, poco frequentata se non da cacciatori, e lo ha trovato morto.
Si era recato nelle campagne di contrada Mulino Vecchio, aveva poi spiegato, perché era certo che sarebbe stata un'area 'trascurata' dagli altri: a chi poteva venire in mente di cercare un ragazzino di 8 anni da quelle parti, aveva pensato. E poi si era mosso su sollecitazione della moglie, per senso di solidarietà, anche perché in un paese ci si conosce e ci si incontra tutti, in maniera più o meno assidua e stretta. Una ricostruzione che la Procura, per non escludere alcunché in un caso così delicato, vuole verificare fino in fondo con accertamenti tecnici su due auto e sui suoi vestiti, che sono stati già sequestrati, anche con l'uso del luminol per trovare tracce invisibili ad occhio nudo, come sangue e fluidi umani. Per fare questo ha disposto un atto irripetibile.
E quindi, come atto imposto dal codice, il procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota hanno iscritto il suo nome del registro degli indagati del fascicolo sulla morte di Loris. Un adempimento a tutela di Fidone, che potrà, se vorrà, nominare un difensore di fiducia e un consulente tecnico di parte, i quali potranno assistere a tutti gli esami. Ieri, fino a notte, l'uomo era stato sentito nella Questura di Ragusa da squadra mobile e carabinieri sul ritrovamento nella sua casa, durante una perquisizione, di esplosivo risalente alla Seconda guerra mondiale e migliaia di cartucce. Per questo nella sua abitazione, per sequestrare tutto il materiale, sono intervenuti gli artificieri della polizia di Catania. Aveva lasciato per l'ennesima volta la Questura in silenzio. In mattinata prima dell'arrivo della notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati aveva confermato di di essere sereno: "Su di me non ci sono sospetti finora solo accertamenti di routine", aveva detto. "Non ho un avvocato - aveva aggiunto Fidone - non ne ho nominato uno, semplicemente un mio amico mi ha assistito in questi giorni difficili. Sono tranquillo, non ho alcunché da temere".