Immigrazione: la lunga notte dei rifugiati siriani a Kos
Nave diventa centro di accoglienza migranti
Un centro per l'accoglienza e la registrazione galleggiante: e' questo il nuovo destino della Eleftherios Venizelos, nave passeggeri da 2.500 persone, ora ormeggiata nel porto di Kos, per alleviare la pressione dei profughi sull'isola greca, dove nei giorni scorsi si sono registrati forti tensioni. Ma gli arrivi dalle vicine coste della Turchia, non si arrestano. Secondo i dati dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) sono circa 34.500 le persone sbarcate nelle isole del Dodecaneso tra gennaio e luglio, mentre oltre 61.600 hanno toccato terra a Lesbo, nell'Egeo del nord. E mentre la situazione resta difficile, Frontex - nonostante abbia i fondi necessari per pagare gli affitti - si trova senza i mezzi necessari per garantire la missione di pattugliamento in mare Poseidon. Per questo il commissario Ue Dimitris Avramopoulos ribadisce con forza l'appello agli Stati membri: offrano navi, aerei, personale tecnico "all'Agenzia Ue, cosi' come si sono impegnati a fare all'ultimo vertice". Intanto da Bruxelles dovrebbero arrivare presto circa 32,74 milioni di euro. Un primo esborso di 30 milioni sara' effettuato non appena il governo Tsipras rendera' operativa l'autorita' di gestione degli aiuti. A questo si aggiungera' uno stanziamento di 2,74 milioni dei fondi di emergenza - a cui la Commissione sta lavorando - per sostenere la prima accoglienza dell'Unhcr ai migranti sulle isole. E' prevista inoltre l'attivazione del meccanismo di protezione civile europeo, per fornire assistenza umanitaria sulle isole. Ma al di la' delle misure piu' immediate , la Commissione europea rilancia sull'approccio degli 'hotspot' nel Pireo (centri di smistamento per dividere gli aventi diritto a chiedere asilo dai migranti economici) e dei rimpatri veloci. Una riunione a questo proposito e' prevista per il 25 e 26 agosto. Mentre Avramopoulos sara' presto in Turchia per "raddoppiare gli sforzi di collaborazione" col governo di Ankara, per fermare i flussi. Progressi si attendono anche dalla conferenza della Valletta a novembre. "Alcuni dei Paesi invitati sono falliti, altri non sono democratici, ma la nostra priorita' e' impegnare questi Paesi, renderli partecipi e metterli davanti alle loro responsabilita'", afferma il commissario Ue, che vuole anche far avanzare il progetto dei 16mila ricollocamenti dalla Grecia verso gli altri Paesi Ue.