"Cosa ci manca di più? La prima cosa che rimpiango è il mio letto ma poi pensi che vorresti solo serenità...": si commuove la signora Sabrina mentre parla con l'ANSA nella tendopoli allestita ai piedi di Pescara del Tronto. Cercando di mettere insieme le emozioni della prima notte da sfollata. "Abbiamo sentito il terremoto anche questa notte - ha detto ancora Sabrina - ma nelle tende ti senti al sicuro. La notte tutto sommato è andata bene, possiamo raccontarlo quello che è successo. E la macchina dei soccorsi ha funzionato bene". Per la signora però "sta crollando tutto e crollano anche i nervi".
E nelle tendopoli e nei centri di accoglienza allestiti tra Lazio e Marche è trascorsa la prima notte dopo il terremoto. "Una notte normale" ,come l'ha definita Gianni Scamuffa, responsabile del campo di Pescara del Tronto, frazione di Arquata in provincia di Ascoli Piceno. Nel centro marchigiano sono stati oltre un centinaio coloro che hanno scelto le strutture messe a disposizione dalla Protezione civile. Altri hanno invece dormito nel palazzetto di Amatrice o nelle tende portate ad Accumoli. Nelle zone la temperatura si è mantenuta su livelli accettabili anche la notte. Quasi tutti sono quindi riusciti a dormire, pur nelle sistemazioni di emergenza.
"Sono stremati dalle scosse", sottolinea uno dei soccorritori impegnati. "Abbiamo portato cibo e coperte a volontà", ha spiegato Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice. "Molti - ha aggiunto - sono stati quelli che hanno preferito cercare di dormire un po' nelle loro auto". Spesso non lontano dalle case danneggiate dal sisma di magnitudo 6 che ieri ha squassato Lazio, Marche e Umbria, costringendo oltre 1.500 persone a lasciare le loro abitazioni.
Un punto d'ascolto psicologico è stato attivato da stamani nel campo di accoglienza di Pescara del Tronto. E' in una delle tende all'ingresso dell'area e presso di esso opera uno psicologo della Protezione Civile. Obiettivo del punto di ascolto è di raccogliere le necessità degli ospitati nella tendopoli ed eventualmente intervenire. Già nelle ore successive al sisma ad Arquata del Tronto era intervenuto come volontario Sergio, psichiatra di Bologna che era in ferie a San Benedetto del Tronto. "Con mia moglie, medico, abbiamo lasciato i figli e i parenti - aggiunge - e siamo subito arrivati qua. Tra le persone che sono qui ho riscontrato piccole crisi d'ansia. Diversi piangono perché una situazione difficile, in particolare quando viene comunicato il decesso di qualche parente. Parliamo con loro, cerchiamo di dare fiducia, e solo quando il lutto completamente realizzato faremo interventi terapeutici più mirati". Tra le necessità mediche riscontrate ci sono invece piccole patologie come diabete e problemi alla pressione. "Abbiamo comunque fatto tante ricette" si limita a spiegare la moglie dello psichiatra".