La visita di Benedetto XVI in carcere, il perdono papale che si trasforma in grazia giudiziaria, il ritorno in famiglia prima di Natale, e la promessa che, benche' non possa piu' lavorare per la Santa Sede ne' risiedere entro le mura vaticane, gli ''verra' offerta una possibilita' per l'alloggio e per l'occupazione''.
Si conclude con quella che il portavoce vaticano definisce ''una buona notizia'' dopo una ''vicenda triste'', e mentre il Vaticano spera nel ''ravvedimento'' annunciato, la parte giudiziaria del maggior imputato di Vatileaks, l'ex aiutante di camera di Benedetto XVI Paolo Gabriele, condannato lo scorso 6 ottobre a 18 mesi di carcere per furto aggravato di documenti riservati. I circa 15 minuti della visita del Papa al detenuto - scarcerato subito dopo - vengono definiti da un comunicato della Segreteria di Stato un ''gesto paterno verso una persona con cui il Papa ha condiviso anni di una quotidiana familiarita'''. Non si sapra' piu' di questo del colloquio, il primo dopo l'arresto, e probabilmente l'ultimo, tra il Papa e il suo ex collaboratore: la persona che gli preparava la stanza prima di andare a dormire e gli serviva la colazione al mattino, ma che per circa due anni ha raccolto e spesso fotocopiato circa 80 scatole di documenti riservati sottratti dallo studio o dalla scrivania di Benedetto XVI, oltre che una pepita, una edizione dell'Eneide del 1581 e un assegno di centomila euro intestato al Papa.
Il colloquio - che, ha commentato padre Lombardi, ci fa ricordare quello tra papa Wojtyla e Ali' Agca nel carcere di Rebibbia - e' immortalato in una foto, diffusa dalla Radiovaticana, in cui papa Ratzinger seduto su un divanetto con il braccio sinistro appoggiato al bracciolo conversa con Gabriele che, in giacca e cravatta, su una sedia un po' di lato, se ne sta con le mani unite appoggiate sulle ginocchia, seduto forse un po' troppo in punta, come se fosse un po' in imbarazzo, un po' tirato anche il sorriso. A breve, probabilmente, potra' volgere al termine anche la vicenda di Claudio Sciarpelletti, il tecnico informatico della Segreteria di Stato vaticana, che dopo il processo stralciato da quello di Gabriele e la condanna con la condizionale, ha chiesto la grazia. Per lui, ha riferito padre Lombardi, si lavora a un ''procedimento per estinguere anche le conseguenze della condanna penale che aveva ricevuto, nonostante la pena fosse sospesa con la 'condizionale'''. Con questo ulteriore procedimento si concludera' la fase giudiziaria di Vatileaks, che ha finora coinvolto solo Gabriele e Sciarpelletti, due laici, dipendenti di medio livello della Santa Sede. A tutt'oggi nulla si sa invece dei risultati della indagine che coinvolgeva tutti gli uffici e organismi della curia, e affidata da papa Ratzinger a una commissione di tre cardinali, con un mandato pieno di far luce sulla fuga di documenti solo in parte pubblicati nel libro ''Sua Santita''' di Gianluigi Nuzzi, da cui e' partito ''Vatileaks''.