THE DAY AFTER, il reportage dell'inviato Ansa
I giorni dopo il disastro tra fango, morti e incubo radiazioni
di Antonio Fatiguso
Le operazioni di recupero dei corpi nell'area che circonda la centrale nucleare di Fukushima vanno avanti, ma con grande fatica e difficolta'. ''Tutto intorno ci sono solo fango, cadaveri e radiazioni'', racconta all'ANSA un ufficiale della polizia della prefettura, Mikio Murakoshi. ''Le ricerche - aggiunge - si spingono con prudenza nel raggio dei 20 km, malgrado si tratti della zona di evacuazione obbligatoria, e in ogni caso fin dove i contatori geiger rilevano livelli di radiazioni dannosi per la salute''. Un numero riassume al meglio lo scenario, su cui ''pesa l'impossibilita' di usare mezzi pesanti'': al primo aprile, i corpi delle vittime della furia dello tsunami seguito al terremoto dell'11 marzo era 1.064 nell'intera prefettura di Fukushima, saliti a quota 1.158 ''fino a questa mattina, prima dell'apertura di un'altra giornata di ricerche''. I lavori di recupero materiale, rileva Murakoshi, ''devono essere fatti manualmente dai circa 200 poliziotti impegnati nell'area quotidianamente, con il fango fino alle ginocchia che complica tutto''.
Tutta la zona e' deserta, le case sono state distrutte, con la certezza che ''ci sono ancora tanti cadaveri. Fare una stima - precisa l'ufficiale sul punto - e' impossibile. I dispersi sono annotati in base alla segnalazione fatta dai familiari. Considerando quanto accaduto e i danni verificatisi, non e' da escludere che interi nuclei familiari siano stati spazzati via''. La volonta' di continuare ''c'e' - conclude prima di chiudere la conversazione telefonica -, anche con una velocita' ridotta'' e con la radioattivita' i cui valori cambiano continuamente.
La polizia ha diffuso immagini delle operazioni di ricerca, con i suoi uomini nella tipica tuta bianca anti-radiazioni impegnati in campi di riso, almeno fino all'11 marzo, e a Minamisoma, la citta' fantasma nella zona compresa nell'anello fra i 20 e i 30 km dalla centrale, nella cosiddetta area di 'rispetto'. Il suo sindaco, Katsunobu Sakurai, ha anche oggi continuato la sua battaglia contro ''l'isolamento'' e la mancanza di beni di prima necessita', gia' denunciati nel video postato su Youtube in cui ventilava il rischio di una popolazione condannata a ''morire di fame''. ''Se e' veramente necessario rimanere in casa come ci e' stato detto dal governo, rimarremo senza piu' nulla da mangiare e medicine'', ha spiegato ai microfoni della tv pubblica giapponese, la Nhk.