PERUGIA - ''Voglio solo tornare a casa'' dice con la voce rotta dall'emozione Amanda Knox: ''Non voglio essere punita per qualcosa che non ho fatto''.
La giovane americana e' piu' tesa ed emozionata di Raffaele Sollecito. ''E' stato detto che sono una persona diversa - afferma - da quella che sembro. Non si capisce chi sono... Ho perso un'amica nel modo piu' brutale e inspiegabile possibile. E' stata tradita la mia fiducia nella polizia. Ho subito accuse ingiuste e senza fondamento. Sto pagando con la mia vita per colpe che non ho commesso. Quattro anni fa ero piu' giovane ma anche 'fondamentalmente'. Non avevo mai affrontato tanta sofferenza. Non sapevo affrontarla. Cosi' mi sentivo quando ho scoperto che Meredith era stata uccisa. Non riuscivo a credere come era possibile''.
Amanda ha parlato di paura per l'omicidio di una persona che ''aveva la camera del letto accanto alla mia''. ''Uccisa nella nostra casa - aggiunge - e se io fossi stata la' quella sera sarei morta come lei. Ma io non c' ero. Ero da Raffaele. Per fortuna che c' era lui perche' non avevo nessuno. Lui era tutto per me in quel momento''. ''Avevo un senso di dovere - dice ancora la Knox - di fronte alla giustizia e all'autorita' di cui mi fidavano perche' loro erano la' per trovare il colpevole e per proteggerci. Mi fidavo cecamente e assolutamente. Quando mi sono resa disponibile sono stata tradita. La notte del 5-6 novembre, quella dell'arresto, non sono stata solo pressata. Sono stata manipolata. Io non sono quella che dicono, la perversione, la violenza, il dispetto per la vita. Non ho ucciso, non ho violentato non ho rubato. Non ero la'. Non ero presente a questo crimine''.
Amanda rivendica il ''buon rapporto'' con tutte le coinquiline di via della Pergola. ''Ero disordinata - spiega - e spensierata ma avevamo buoni rapporti. Condividevo la mia vita soprattutto con Meredith, eravamo amiche e lei si preoccupava per me quando andavo al lavoro. E' stata uccisa e sempre ho voluto la giustizia per lei. Io non fuggo dalla verita' e non sono mai fuggita. Io insisto per la verita'. Dopo quattro disperati insisto sulla nostra innocenza perche' e' vera e merita di essere difesa e riconosciuta''. ''Voglio tornare a casa - ripete Amanda con la voce rotta dal pianto -, voglio tornare alla mia vita. Non voglio essere punita per qualcosa che non ho fatto. Io sono innocente. Raffaele e' innocente. Noi meritiamo la verita'''. La Corte d'assise di Perugia riunita in camera di consiglio sta decidendo il loro futuro.