E' morto durante il tragitto in ospedale, colpito alle gambe, all'addome e alla testa da una raffica di proiettili sparati dagli insorti del Consiglio Nazionale Transitorio (Cnt) libico.
A raccontare all'ANSA gli ultimi istanti di vita di Muammar Gheddafi, l'uomo che per oltre quarant'anni ha guidato incontrastato la Libia, è l'ambasciatore libico a Roma Abdul Hafed Gaddur.
Ecco la ricostruzione della cattura e dell'uccisione del rais libico fornita dall'ambasciatore: 'I rivoluzionari del Cnt hanno avvistato un convoglio di 7 macchine diretto da Sirte verso il sud della Libia. Quindi, hanno puntato il fuoco sui veicoli quando la terza vettura, una Toyota Corolla verde ha fatto una deviazione, seguita a ruota dalla quinta auto del convoglio. Le due vetture sono state subito bloccate dai rivoltosi.
E' all'interno della Toyota verde che si trovava il colonnello Gheddafi che, una volta circondato, è sceso dall'auto ma è stato colpito dai proiettili degli insorti alle gambe, all'addome e alla testa durante una sparatoria ingaggiata con le guardie del rais.
Ferito e sanguinante Gheddafi è stato soccorso e caricato su una macchina in direzione dell'ospedale di Misurata.
Ma è morto durante il tragitto'. 'Non è vero che sia stato portato in un luogo segreto', sostiene il diplomatico che per decenni è stato vicino al leader libico fino a quando, lo scorso febbraio, ha sposato la causa degli insorti.
'Ma in realtà Gheddafi è morto il 17 febbraio scorso, quando il popolo libico ha detto: 'non ti vogliamo piu' , è l'osservazione amara di Gaddur.