ROMA - E' di tre morti, due turisti francesi ed un peruviano, e di 40 feriti, di cui due gravi, il bilancio dell'incidente della nave da crociera Costa Concordia avvenuto questa notte al largo dell'isola del Giglio. Verifiche però sono in corso sui dispersi, il cui numero non è ancora certo anche se sono calcolati in alcune decine: le ricerche sono concentrate esclusivamente nella parte della nave che risulta sommersa dove sono all'opera squadre di sommozzatori per verificare se qualcuno sia rimasto intrappolato. La nave, che è adagiata su un fianco appoggiata al fondale, presenta sulla fiancata sinistra uno squarcio lungo almeno 70 metri con una grande roccia incastrata nella chiglia. Ha un'inclinazione di oltre 80 gradi dalla parte opposta dove anche ci sono segni di collisione.
Mentre si cerca di evitare il disastro ambientale tenendo sotto controllo le oltre duemila tonnellate di gasolio presenti nei serbatoi, sono molti gli interrogativi sulla dinamica iniziale dell'incidente: secondo alcuni passeggeri la nave sarebbe stata fuori rotta di alcune miglia. Sicuro l'impatto con uno scoglio, forse prima con un banco di sabbia, anche se non si conoscono ancora le cause: errore umano o tecnico. Certo è che la manovra del comandante Francesco Schettino, che ha prontamente portato la Costa Concordia nei pressi del porticciolo del Giglio, ha facilitato di molto i soccorsi consentendo a oltre 4 mila persone di essere salvate. Anche perché, se la nave fosse affondata in alto mare, le condizioni ambientali sarebbero state ben differenti e molto più difficili. Ma non sono mancate le polemiche, anche aspre, da parte dei sopravvissuti per il carenze dei soccorsi a bordo della nave da crociera. Due le inchieste aperte sul naufragio, amministrativa e penale, mentre il comandante e alcuni membri dell'equipaggio sono stati lungamente interrogati dai carabinieri e dal Pm di Grosseto.
La nave con a bordo 4.229 persone tra passeggeri e membri dell'equipaggio era partita da Civitavecchia circa due ore e mezza prima dell'incidente avvenuto intorno alle 21.30: i passeggeri erano a cena quando si è avvertito un forte boato e si sono succeduti diversi black out. "E' stato un incubo, sembrava di essere sul Titanic, abbiamo veramente creduto di morire", hanno raccontato alcuni dei passeggeri che hanno spesso lamentano l'inadeguatezza del personale a bordo della nave nell'assistenza ai soccorsi. Sono centinaia le persone, soprattutto straniere già rimpatriate grazie anche alle procedure d'urgenza messe in atto dalla polizia di frontiera italiana, visto che la maggior parte dei croceristi ha perso praticamente tutto nel naufragio, documenti compresi.