La dipendenza economica, un elemento indispensabile
Bisogna investire sull’educazione finanziaria delle donne per la ripresa del Paese, perché le donne possano contare davvero
di Fabrizio Pirolli (esperto di formazione bancaria e assicurativa)
e Pier Tommaso Trastulli (consulente finanziario)*
Esiste un divario tra i 10 e i 20 punti percentuali a favore delle donne rispetto agli uomini rispetto alle conoscenze su concetti base della finanza, come la differenza tra interesse semplice e interesse composto o la relazione rischio-rendimento. Questo è uno degli elementi che emergono dal Rapporto Edufin 2023, a cura del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di Educazione finanziaria.
Il divario di genere è presente anche in termini di fragilità ed ansia finanziaria, anche a causa della bassa alfabetizzazione. Quasi il 40% delle intervistate dichiara di non riuscire a far fronte a una spesa imprevista di 2.000 euro contro il 26% degli uomini. Alcune recenti ricerche forniscono ulteriori interpretazioni: ad esempio, secondo il Gender Quality Index dell’Istituto Europeo per l’Eguaglianza di Genere le donne italiane guadagnano il 18% in meno rispetto agli uomini e quindi possiedono meno risorse da gestire (e conseguentemente hanno bisogno di maggiore formazione ed esperienza per gestire il proprio minore reddito annuo per coprire le stesse esigenze di un lavoratore uomo), mentre dalle indagini della Consob emerge anche un tema culturale: le donne si ritengono in grado di gestire il budget familiare, ma su questioni come gli investimenti sono più a disagio degli uomini.
Sempre per quanto riguarda l’Italia, alcuni studi - tra cui una ricerca indagine Ocse-Infe del 2019 - rilevano che il tema della dipendenza economica sembra essere l’aspetto più rilevante: nel nostro Paese il 21,5% delle donne si trova in una condizione di dipendenza finanziaria, in confronto, per esempio, al 5,09% in Germania, al 5,13% in Austria, al 7,25% in Slovenia e il 9,73% in Polonia. In realtà un’attenta lettura comparata delle medesime ricerche dimostra che più del 60% riesce a rispettare quasi sempre il tetto di budget che si è prefissata contro poco più del 40% degli uomini. Si indebitano meno del genere maschile (in questo caso la differenza è di poco più del 10%) ed esprimono comunque una sana propensione alla riflessione e alla prudenza. A tal proposito, augurandoci che il gap possa ridursi nei prossimi anni, ci fa piacere concludere citando la professoressa Anna Maria Lusardi, già Direttore del Comitato Edufin: "La conoscenza finanziaria delle ragazze e delle donne può e deve migliorare in Italia. Le statistiche non sono il nostro destino. Bisogna investire sull’educazione finanziaria delle donne per la ripresa del Paese, perché le donne possano contare davvero".
*Il presente scritto è frutto di letture, studi e confronti tra gli autori. Il risultato impegna esclusivamente i medesimi, senza coinvolgere né rappresentare le aziende per cui lavorano