Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Educazione finanziaria, entra in gioco la variabile digitale

Ancora non abbiamo completato il processo di alfabetizzazione finanziaria e subito dobbiamo fare i conti con una nuova sfida

di Fabrizio Pirolli (esperto di formazione bancaria e assicurativa)
Pier Tommaso Trastulli (consulente finanziario)*

 

Emerge sempre di più l’esigenza e la domanda di Educazione finanziaria come forma di orientamento in tempi di incertezza. La diffusione di migliori e maggiori conoscenze finanziarie consente di portare benefici in un quadro nazionale caratterizzato da problematiche gravi e storicamente endemiche del nostro Paese quali la fragilità e la vulnerabilità finanziaria di alcune fasce della popolazione, la tendenza all’investimento a brevissimo termine (shortermismo) oppure il basso livello di cultura assicurativa e previdenziale. Questa situazione è ben descritta all’interno del Rapporto Edufin 2023, a cura del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di Educazione finanziaria, che ha tracciato una sorta di bilancio alla fine del suo primo triennio di mandato ed alla vigilia della definizione di un nuovo Programma di attuazione della Strategia nazionale. I risultati fin qui raggiunti sono certamente incoraggianti, ma l’analfabetismo finanziario ha radici più profonde. Rimane infatti ancora troppo elevato (il 27 % secondo l’indagine Piaac-Ocse del 2019!) il livello di analfabetismo funzionale, che definisce l'incapacità di usare in modo efficace le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana; tutto ciò si traduce in pratica nell’incapacità di comprendere, valutare e usare le informazioni riscontrabili nella società contemporanea, inclusa la comprensione dei fenomeni economici, finanziari e assicurativi. Solo per fare un esempio, nel dicembre 2020 una rilevazione Ocse-Pisa ha mostrato le difficoltà incontrate da ragazze e ragazzi di quindici anni nel comprendere un testo appena complesso o nell’orientarsi in un discorso scientifico. Parimenti è facile comprendere le difficoltà incontrate fin ora dalle Istituzioni finanziarie nello sviluppo di politiche volte a favorire una maggiore diffusione della “cultura finanziaria”, che peraltro -accompagnandosi sempre più al recente fenomeno della “desertificazione bancaria”- richiede una maggiore familiarità digitale per accedere a servizi necessari per l’operatività quotidiana, un ulteriore anello debole di una catena di “conoscenze-competenze” che caratterizza il nostro Paese. E qui ci scontriamo con un altro livello di “alfabetizzazione”.

 

L’Indagine sull’alfabetizzazione finanziaria e le competenze di finanza digitale in Italia condotta dalla Banca D’Italia nel 2023 utilizza modalità e metriche di indagine differenti rispetto al Comitato Edufin. L’alfabetizzazione finanziaria è misurata da un indicatore complessivo che aggrega tre dimensioni: conoscenze, comportamenti e atteggiamenti. Anch’essa registra un livello di crescita minimo, ma costante, se rapportato alle rilevazioni degli ultimi 6 anni (indagini del 2017, 2020, 2023), posizionando quest’anno l’indicatore complessivo di alfabetizzazione finanziaria ad un livello di 10,6 su una scala che va da 0 a 20. Il miglioramento è riconducibile principalmente alle componenti di comportamento (da 4,2 a 4,6) ed atteggiamento (da 2,0 a 2,3), mentre -al contrario- il valore relativo alle conoscenze è lievemente diminuito (da 3,9 a 3,7). La ricerca dimostra che il livello di alfabetizzazione finanziaria varia a seconda di alcune caratteristiche delle persone: per esempio questa aumenta al crescere del titolo di studio (dato peraltro confermato da numerose ricerche e studi di settore). Ma l’indagine rileva per la prima volta le competenze di finanza digitale in Italia, ed anche in questo caso esse sono misurate da un indicatore complessivo che aggrega le tre dimensioni: conoscenze, comportamenti e atteggiamenti. Riportiamo per esteso quanto descritto nel rapporto di Banca d’Italia: “Le domande sulle conoscenze rilevano se l’intervistato conosce la differenza tra criptoattività e denaro, se ha familiarità con i contratti stipulati mediante l’uso della firma digitale e se è consapevole che la diffusione online dei dati personali consente la stesura di profili utilizzabili a fini commerciali; i comportamenti verificano l’abitudine a modificare le password usate per gestire la finanza personale e gli acquisti online, l’accortezza nella condivisione di password per l’accesso a conti di deposito e la propensione a verificare se i fornitori di servizi finanziari digitali sono sottoposti alla regolamentazione nazionale; le domande sugli atteggiamenti rilevano se l’intervistato è consapevole dei rischi che si corrono concludendo acquisti online da reti pubbliche wi-fi e se presta attenzione alla sicurezza dei siti internet e ai termini e alle condizioni di vendita sottoscritti negli acquisti online”. L’indicatore complessivo di finanza digitale è pari a 4,4, sempre su una scala da 0 a 10. Il risultato denotano un ritardo ed una impreparazione significativi e -soprattutto- un grave livello di inconsapevolezza dei rischi sottostanti all’uso di dispositivi digitali non solo nell’ambito dell’operatività finanziaria e bancaria, ma anche -più genericamente- nelle operazioni di e-commerce e nelle pratiche di protezione e sicurezza dei propri dati sensibili che devono essere comunemente osservate per evitare minacce e rischi digitali.

 

*Il presente scritto è frutto di letture, studi e confronti tra gli autori. Il risultato impegna esclusivamente i medesimi, senza coinvolgere né rappresentare le aziende per cui lavorano

A cura di ADVISOR