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Truffa da 120 mln criptovaluta,chiesto processo imprenditore

Truffa da 120 mln criptovaluta,chiesto processo imprenditore

Nel mondo danneggiati 230.000 risparmiatori

FIRENZE, 24 giugno 2021, 15:28

Redazione ANSA

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La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per un imprenditore 34enne, indagato nell'ambito dell'inchiesta sul più grande attacco cyber-finanziario mai avvenuto in Italia. L'uomo, amministratore unico di una società che gestisce criptovalute, sarebbe al centro di una maxi-truffa che ha prodotto un 'buco' di 120 milioni di euro sulla piattaforma informatica hackerata 'Bitgrail', con oltre 230mila risparmiatori danneggiati in tutto il mondo. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Gabriele Mazzotta e dai sostituti Sandro Cutrignelli e Fabio Di Vizio, sono partite a seguito di un esposto dello stesso 34enne, residente in provincia di Firenze.
    Nel 2018 lo stesso indagato denunciò l'ingente furto di criptovaluta Nano Xrp (pari appunto a 120 milioni di euro), realizzato sfruttando un bug del protocollo Nano e attraverso illecite transazioni. Ma le sue contraddizioni e quelle dei suoi collaboratori hanno insospettito gli investigatori. E con indagini sofisticate si è scoperto che le illecite sottrazioni di criptovaluta erano cominciate già nel giugno 2017 e che l'amministratore della società consapevolmente non le aveva impedite, omettendo di implementare la sicurezza della piattaforma, continuando in questo modo a percepire i profitti derivanti dalle commissioni e procurando agli hackers, non ancora individuati, un guadagno complessivo di 11.500.000 Xrb, equivalenti a circa 120 milioni di euro. I reati ipotizzati sono quelli di frode informatica, autoriciclaggio, bancarotta fraudolenta e violazione del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria.
   

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