Scarpe da donna formate da fili
bianchi sottilissimi ed evanescenti, abiti sfarzosi abbelliti da
decorazioni sgargianti e ricami raffinati, grandi parrucche a
evocare il Settecento delle corti, borse che sembrano di corda,
sculture, un gorilla di dimensioni reali, design digitale,
strutture architettoniche. Un mondo 'ingannevole' prende forma a
Cartasia, la Biennale che a Lucca mette in mostra la creatività
senza limiti che può nascere da un pezzo di carta. Opere d'arte
che sembrano di pietra, quei tessuti preziosi e mobili che non
sfigurerebbero in abitazioni di lusso sono solo gli esempi più
appariscenti della vetrina di novità dell'undicesima edizione
del festival internazionale che fino al 25 settembre pone al
centro dell'attenzione la città toscana come capitale mondiale
della carta.
Il titolo 'La pagina bianca' racchiude un fitto calendario
di esposizioni, performance, laboratori, incontri tra Palazzo
Ducale, Villa Bottini e la Cannoniera della casa del boia, oltre
all'esposizione all'aperto in strade e piazze di installazioni e
sculture da artisti italiani e stranieri ospitati in residenza a
Lucca.
Emiliano Galigani, il direttore artistico a cui si deve
l'invenzione dell'appuntamento, la definisce "una Biennale
d'avanguardia", occasione per un bilancio sullo stato dell'arte
e sulle prospettive di un settore di nicchia ancora
sottostimato, pronto però a mostrare le sue potenzialità e a
conquistare il grande pubblico. I curatori hanno scelto i lavori
di 150 artisti italiani su 500 candidati. "La carta - osserva
Galigani - permane con i suoi molteplici significati a
incantare, esaudire, certificare, ispirare quella stessa umanità
che la crea per mille usi. Questa undicesima edizione parla di
una possibile rinascita, una nuova visione, una rigenerazione.
Nel vuoto di una pagina bianca si possono immaginare miliardi di
creazioni".
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