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Toscana

Assegni ricerca per occupazione giovani

Bandi della Regione Toscana finanziati con risorse Fse

Redazione ANSA

Il finanziamento di assegni di ricerca realizzati in collaborazione con Università, enti e aziende è uno degli strumenti prescelti dalla Regione Toscana per spingere l'occupabilità dei giovani. I primi due bandi (2011 e 2017), attivati grazie alle risorse del Fondo sociale europeo, hanno finanziato oltre 350 assegni di ricerca. Come è emerso in occasione del Comitato di sorveglianza che si svolto a Viareggio all'inizio del mese di giugno 2019, se si analizzano i dati dei progetti conclusi gli esiti occupazionali risultano molto buoni: il 91,7% dei beneficiari risulta occupato al termine del progetto. Nei primi due bandi i destinatari degli assegni di ricerca sono giovani di età fino a 35 anni con una laurea magistrale con 3 anni di esperienza o dottorato.

Il bando finanzia assegni di ricerca su progetti in collaborazione obbligatoria tra Università e Enti pubblici di ricerca, che svolgono il ruolo di 'organismi proponenti, e imprese, altri soggetti privati e istituzioni pubbliche. Lo strumento prevede una attuazione in due fasi: la Regione Toscana seleziona i progetti presentati dagli organismi di ricerca e poi quest'ultimi selezionano gli assegnisti. I progetti devono rivolgersi verso settori disciplinari e ambiti applicativi strategici per lo sviluppo toscano e per il sistema della ricerca tra questi, per esempio, l'ambito culturale o quelli tecnologici della Strategia di specializzazione intelligente e di Industria 4.0.

L'ultimo bando, chiuso il 10 giugno e dedicato esclusivamente all'ambito culturale, potrebbe finanziare altri 100 assegni grazie a 4,7 milioni stanziati con il Por-Fse. Si tratta di assegni biennali di importo annuo pari a 28mila euro lordi destinati a giovani under 35 in possesso di laurea magistrale. Per quanto riguarda il finanziamento, per i bandi del 2011 e 2017 il Fse ha stanziato il 50% delle risorse, mentre per il bando 2018 è previsto un cofinanziamento sino al 90%. La restante quota è a carico dell'organismo di ricerca che può fare affidamento sulle risorse delle imprese e dei soggetti privati partecipanti.
   

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