La quarta ondata di Covid-19
costringe a casa mediamente il 7% dei lavoratori delle imprese
industriali associate a Confindustria Trento, con picchi
importanti ma isolati che superano il 25% nelle realtà più
piccole.
È questa la tendenza registrata dal Centro Studi
dell'Associazione elaborando i primi dati della survey diffusa
l'11 gennaio per monitorare gli effetti dell'inasprimento dei
contagi e dell'aumento delle misure di isolamento e quarantena
sul mondo produttivo. Circa 150 le aziende che hanno risposto al
questionario: si tratta di realtà dalle caratteristiche
estremamente eterogenee per dimensione e settore.
Suddividendo i risultati a seconda dei settori merceologici
- precisa una nota - si riscontrano sostanziali differenze in
termini di percentuali di assenza. Il settore più colpito, con
una media che supera il 14%, è quello alimentare. Manca circa il
10% del personale delle imprese della Carta, Grafica, Editoria e
degli Impianti a Fune, ma anche della sezione Servizi alle
Imprese Engineering e Finanza. Tra i settori per i quali
l'incidenza dei contagi e delle assenze è invece minore: Energia
e Servizi per l'ambiente (0,3%), Sistema Moda e Estrattive,
Lapidei, Porfido e Materiali da Costruzione (3,8%).
Circa il 30% delle aziende prevede di diminuire la propria
produzione a causa delle assenze che costringono a lavorare a
regime limitato. Numerose aziende comunicano di avere fissato
come soglia limite il 10%, oltre la quale dovranno prevedere lo
stop temporaneo della produzione.
"Tra le principali preoccupazioni degli imprenditori
interpellati - spiega il direttore generale di Confindustria
Trento Roberto Busato -, il fatto che alcune figure,
particolarmente qualificate o in possesso di competenze
specifiche per l'utilizzo dei macchinari, non possano essere
sostituite temporaneamente. In molti casi, inoltre, ci vengono
segnalati ritardi nell'esito dei tamponi di controllo per
l'uscita dall'isolamento".
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