Il Consiglio di Stato ha di fatto
confermato la decisione della Regione Umbria di sospendere la
didattica in presenza nelle scuole secondarie nel comune di
Perugia e del resto della provincia in seguito all'emergenza
Covid. I giudici hanno infatti respinto il ricorso di un
genitore per la riforma del decreto cautelare del Tar che aveva
rigettato un'istanza contro la relativa ordinanza.
Il Consiglio di Stato - si legge nel provvedimento del
presidente Franco Frattini - "è perfettamente consapevole della
grave compressione, con speciale riguardo agli studenti di
scuola media superiore, del loro diritto a una piena possibilità
di apprendimento e fruizione del servizio scolastico mediante
contatto diretto e personale con i docenti e con gli altri
studenti". "Considerato, tuttavia, che nelle scorse settimane -
viene spiegato ancora nella decisione - l'innegabile aumento del
contagio anche in Umbria ha indotto, sia con provvedimento di
chiusura totale dell'attività in presenza, sia con consentiti
atti comunali impositivi di specifiche e localizzate restrizioni
anche più rigorose, a dar prevalenza alla precauzione per la
salute dei cittadini, valore prioritario incontestabile durante
una pandemia, e ciò anche nello stesso specifico interesse delle
categorie più giovani della popolazione, che appaiono più
vulnerabili alle emergenti 'varianti' del Covid rispetto alle
fasi in cui era dominante il virus originario".
Il Consiglio di Stato ha quindi ritenuto che "non solo vada
esclusa ogni possibilità di questo Giudice di valutare
'selettivamente' zone ritenute meno o più a rischio (essendo
tale il compito e l'esclusiva responsabilità delle autorità
nazionali o locali che provvedono) ma anche la possibilità di
dar prevalenza, nella difficile e per certi versi dolorosa
necessità di ponderazione tra valori costituzionalmente
tutelati, al diritto alla istruzione 'in presenza' rispetto alla
più assoluta precauzione per il pericolo di ulteriore diffusione
del contagio con effetti devastanti per la salute pubblica e la
condizione dei presidi ospedalieri".
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