"La norma nazionale che abolisce
la zona gialla fino al 30 aprile è un'assurdità se i numeri dei
contagi in Umbria sono decisamente migliorati e non rientrano
più nei parametri della fascia arancione. I titolari di bar e
ristoranti sono ormai allo stremo, serve una data certa per le
riaperture perché in questo modo rischiamo di perdere circa
1.500 attività commerciali e quindi decine di migliaia di posti
di lavoro": lo dice il presidente dell'Assemblea legislativa
dell'Umbria, Marco Squarta.
"Nella nostra regione - spiega - i dati relativi ai contagi
continuano a migliorare giorno dopo giorno, interi territori
rientrerebbero perfino in zona bianca, perciò sempre prestando
attenzione agli sviluppi del quadro epidemiologico è bene che il
governo nazionale ripensi la norma consentendo finalmente ai
nostri operatori di rialzare le saracinesche".
Squarta critica il decreto vigente che omologa tutte le
regioni sulla fascia arancione indipendentemente dall'esito dei
contagi e invita il governo Draghi a "tornare sui propri passi
per modificare il provvedimento: ristoratori, commercianti e
baristi in zona arancione, a causa del divieto di spostamento
tra comuni - osserva - hanno assistito a un calo drammatico del
proprio fatturato. Non ce la fanno più, e i ristori elargiti,
quando sono arrivati, si sono dimostrati insufficienti".
"L'unica via - conclude Squarta - è permettere agli
imprenditori di riaprire in sicurezza le loro attività per
tornare, piano piano, purtroppo solo per chi ce l'ha fatta, a
rimanere in piedi senza issare bandiera bianca, alla normalità".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA