Richiesta dalle opposizioni a
palazzo Cesaroni e decisa con voto unanime dall'Assemblea
legislativa, la conferenza "Il futuro di Ast e lo sviluppo
industriale ed occupazionale della conca ternana", che si è
svolta a Terni, ha visto la partecipazione, oltre che delle
istituzioni locali e regionali, anche delle parti sociali, in
particolare dei rappresentanti dei sindacati, delle rsu
dell'acciaieria e delle associazioni di categoria. I lavori sono
stati coordinati dalle vicepresidenti di Palazzo Cesaroni Simona
Meloni e Paola Fioroni.
Di fronte alle rassicurazioni giunte dalla presidente
Donatella Tesei sulla "occasione di sviluppo" rappresentata
dalla cessione dell'acciaieria al gruppo Arvedi, i sindacati -
pur convenendo sulla solidità del soggetto -, non hanno nascosto
le loro preoccupazioni rispetto all'atteso pronunciamento
dell'Antitrust europeo sull'operazione di vendita, oltre che al
piano industriale.
"Si è chiusa una fase critica, ma se ne sta aprendo un'altra
molto più importante" ha sottolineato Emilio Trotti, della
segreteria regionale della Fim Cisl.
La necessità di un tavolo al ministero dello Sviluppo
economico per vigilare su questo passaggio è stata quindi
sottolineata da più parti, come da Alessandro Rampiconi,
segretario della Fiom Cgil di Terni, per garantire
l'occupazione, gli investimenti e l'unitarietà del sito.
Claudio Bendini, segretario della Uil Umbria ha posto inoltre
l'accento "sull'importanza del tema delle infrastrutture".
Di "industriale serio", in merito al gruppo Arvedi, hanno
parlato i presidenti di Confindustria Terni e Confapi Umbria,
Riccardo Morelli e Carlo Salvati. "Al momento - ha detto il
primo - la soluzione Arvedi è ottimale per vari motivi, in
primis per il fatto che sia un player italiano".
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