E' partita da una società
dell'hinterland perugino operante nel commercio di autoveicoli
l'indagine della guardia di finanza di Perugia sul presunto giro
di fittizi crediti di imposta relativi alle spese sostenute per
interventi edilizi introdotti dal Governo per mitigare gli
effetti economici della pandemia (bonus facciate, recupero
patrimonio edilizio e bonus locazioni).
Secondo gli investigatori la società risultava avere
acquistato e rivenduto crediti d'imposta "per rilevanti importi"
"verosimilmente" riconducibili a condotte fraudolente e,
comunque, non in linea con l'effettiva operatività aziendale,
trattandosi di un soggetto risultato completamente sconosciuto
al fisco e privo di capacità economico-finanziaria.
Gli accertamenti condotti dal comando provinciale delle fiamme
gialle - guidato dal colonello Antonella Casazza - sono ancora
nella fase iniziale ma hanno già portato al sequestro preventivo
di quote societarie, compendi aziendali nonché il blocco sul
portale dell'Agenzia delle Entrate e corrispondente riduzione
del plafond di crediti compensabili nei rispettivi cassetti
fiscali, per un importo complessivo di 103 mila 67.709 euro.
Indagate due persone fisiche e una società per la violazione
dell'art. 8 del decreto legislativo numero 74 del 2000.
Gli approfondimenti fatti dal Nucleo di polizia
economico-finanziaria, hanno portato a delineare quello che è
considerato un "puntuale quadro indiziario" circa l'inesistenza
dei crediti d'imposta ceduti, la mancata esecuzione, in tutto o
in parte, dei lavori e che fossero fittizi i contratti di
affitto sottostanti. Le comunicazioni di cessione dei crediti
inserite nella piattaforma informatica - riferiscono gli
inquirenti - sono state qualificate come "altri documenti per
operazioni inesistenti" la cui emissione configura la presunta
condotta illecita legata al decreto legislativo 74 del 2000.
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