Quel muro che Trump vuole al confine con il Messico

Lungo 3000 km. 8 mld dlr che tycoon vuol fare pagare a messicani

Redazione ANSA

"Build the wall, build the wall" (costruire il muro), gridava ieri la platea della convention repubblicana di Cleveland, quando il candidato Donald Trump ha rilanciato il suo progetto di un muro per sigillare i confini col Messico contro la crescente immigrazione clandestina, da lui indicata come una piaga della societa' americana. E' uno dei suoi primi e piu' controversi cavalli di battaglia. E forse uno di quelli che gli ha fatto guadagnare piu' consensi in questa America inquieta dove e' riesplosa la questione razziale e della criminalita' comune, che il tycoon associa in gran parte ai messicani irregolari, bollati come "criminali, trafficanti di droga e stupratori".

A nulla sono valse le critiche del Papa, che in Messico aveva predicato contro tutti i muri e la mancata accoglienza degli immigrati. "Il muro ci sarà e ancora più alto", ha replicato the Donald. Il progetto e' ancora fumoso ma la barriera dovrebbe correre lungo i circa 3000 chilometri di frontiera lambendo quattro Stati Usa e sei Stati messicani. L'esempio citato e' quello della Grande Muraglia cinese. Il costo, previsto dallo stesso magnate, si aggirerebbe sugli 8 miliardi di dollari. "Al 100% a carico del Messico", ha promesso, senza pero' spiegare come. Lo ha fatto una sola volta in un articolo sul Washington Post: se il Paese non accetterà di pagare "una somma una tantum dai 5 ai 10 miliardi per costruire il muro", il miliardario intende cambiare una regola dell'US Patriot Act (una legge anti terrorismo) tagliando cosi' parte dei fondi inviati in Messico attraverso i bonifici.

Secondo la Banca Centrale messicana, nel 2015 i cittadini che vivono all'estero hanno inviato a casa quasi 25 miliardi di dollari, per lo più sotto forma di bonifico. E per Trump "la maggior parte di tale importo viene da immigrati illegali". La cifra, pero', riguarda i contanti in arrivo da tutto il mondo e gli esperti affermano che e' difficile tracciare quanti soldi vengono inviati dai messicani clandestini rispetto a quelli che vivono legalmente negli Usa. Ma la sfida di Trump non finisce qui: il tycoon vuole deportare i circa 12 milioni di irregolari stimati in Usa.

Barack Obama invece ha varato un piano per la regolarizzazione fino a 5 milioni di immigrati clandestini, evitando loro il rimpatrio forzato: si tratta di quegli irregolari che si trovano negli Usa dal 2010, non hanno commesso reati gravi e hanno legami famigliari negli Stati Uniti. Ma la Corte suprema, divisa a meta' per il boicottaggio repubblicano del sostituto del defunto Antonin Scalia, ha emesso una sentenza di pareggio, lasciando cosi' in vigore il verdetto di alcune corti d'appello, che hanno accolto il ricorso di 26 Stati Americani contro il piano Obama. 

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