American Airlines e United Airlines vanno dritte per la loro strada e mettono in congedo non retribuito 32.000 dipendenti. Per il segretario al Tesoro Steven Mnuchin, impegnato con i democratici in Congresso a trattare nuovi stimoli all'economia inclusi aiuti alle compagnie aeree, si tratta di un brutto colpo che mostra la fragilità del settore aereo e di quello in generale del turismo, i più colpiti dalla pandemia. L'annuncio di American e United segue infatti la doccia fredda di Walt Disney, che ha tagliato 28.000 posti di lavoro fra i dipendenti dei suoi parchi divertimento, alcuni dei quali ancora chiusi e senza una chiara prospettiva per riaprire.
Le due compagnie aeree si sono comunque impegnate a tornare sui propri passi nel caso in cui nuovi aiuti saranno disponibili nei prossimi giorni. I precedenti stimoli al settore sono stati stanziati dal governo americano con il divieto di ridurre la forza lavoro: un divieto scaduto il 30 settembre e che consente ad American e United di procedere rispettivamente con la messa in congedo senza stipendio di 19.000 e 13.000 lavoratori. Una scelta che aumenta la pressione su Washington, dove Munchin e la speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi, stanno cercando di raggiungere un'intesa su nuovi aiuti all'economia. I democratici hanno presentato un piano da 2.200 miliardi di dollari, mentre la Casa Bianca è orientata su stimoli per 1.600 miliardi, di cui 20 miliardi per le compagnie aeree.
Il Tesoro americano aveva chiesto a American e United si attendere qualche altro giorno prima di procedere con i loro piani. Ma l'appello di Mnuchin è caduto nel vuoto, mettendo in evidenza come il settore aereo, alle prese con una delle peggiori crisi della sua storia, non ha i mezzi e le capacità di continuare a operare senza nuovi finanziamenti. Anche riducendo le spese infatti i colossi dei cieli americani continuano ad accumulare miliardi di perdite al mese, con i costi per il personale e per gli aerei decisamente superiori ai ricavi. "Sono estremamente dispiaciuto. Non è quello che vi meritate", afferma l'amministratore delegato di American Doug Parker in una comunicazione ai dipendenti. "Imploriamo i nostri leader a raggiungere un compromesso, e a farlo ora, così da salvare posti di lavoro", scrive invece United ai suoi lavoratori. A Washington si tratta ma non è chiaro se un accordo sarà raggiunto o se tutto sarà rimandato a dopo il voto.