"Siamo riusciti a gestire tutti i pazienti in questo periodo, ma è stato un miracolo". Lo spiega il primario delle Medicina interna del Parini, Giulio Doveri. Il reparto (51 posti letto) è rimasto il "polmone" dell'ospedale, fra i pochi che non hanno subito cambiamenti sostanziali per rispondere alle esigenze dei malati Covid. Nel piano dell'emergenza stilato in primavera, la chiusura della Medicina sarebbe stata l'ultima mossa, nello scenario epidemiologico peggiore. "Le cose però sono cambiate, rispetto alle ondate precedenti questa volta tutto è rimasto aperto e i pazienti non Covid in ospedale ci sono". Il "nostro mantra è stato 'se chiudiamo noi l'ospedale esplode'".
Su 16 medici previsti in organico ne mancano due, mentre altre quattro figure (fra cui tre infettivologi) sono di supporto nei reparti Covid. Lo scorso mese con 10 medici la Medicina interna è arrivata a gestire anche 65 pazienti (che occupavano letti in altri reparti). "In questi giorni siamo in equilibrio fra entrate e uscite. Non abbiamo mai avuto il problema di mettere malati nei corridoi, inutile nascondere però che in questo periodo però le attese in Pronto soccorso sono state lunghe".
La difficoltà maggiore "è l'assenza di una struttura con risorse proprie che al bisogno potesse essere trasformata per la gestione dei malati Covid", questo avrebbe permesso di non interrompere l'attività in altri reparti, come la Chirurgia". In generale rimarrebbe "comunque il problema del personale, su cui si è abbattuta la tempesta perfetta". La Medicina "non ha mai interrotto le attività ambulatoriali, ma ci sarà il resto da recuperare. Difficile fare previsioni ma mi auguro che avvenga entro marzo".
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