L'incarico dato dal Comité fédéral dell'Union valdotaine a Renzo Testolin di formare un nuovo governo regionale "non sconfessa i due anni di Erik Lavevaz. Il ragionamento che è stato fatto è di riconoscimento di dignità al Mouvement intero, perché quando ci furono queste inchieste fu l'Union valdotaine a essere colpita pesantemente. Quindi noi non facciamo un ragionamento personale, con tutto il rispetto di Renzo, ma facciamo un ragionamento che dà dignità anche al Mouvement in generale rispetto a quello che è accaduto". Così la presidente dell'Uv, Cristina Machet, dopo una riunione con gli alleati e un confronto interno alla commissione politica del Mouvement.
"La motivazione dell'incarico a Testolin - ha detto Machet - sostanzialmente è una. Il ragionamento è che Renzo è il candidato più votato dell'Uv. Nel 2020 non gli fu proposto di fare il presidente della Regione per una situazione esterna che pendeva si di lui e che oggi è venuta meno. Questo ragionamento di riconoscere e rispecchiare la democraticità totale è un ragionamento che l'Uv si è sentita di fare. Il fatto è che per competenza, capacità, ruolo e preparazione certamente Renzo nel 2020 avrebbe potuto fare il presidente. Fu lui a fare il passo di lato per questioni che conosciamo (l'inchiesta Egomnia su un presunto scambio elettorale politico mafioso alle regionali del 2018, archiviata nelle scorse settimane, ndr) e che in questo momento sono venute meno".
Inoltre, ha detto Machet, "con i nostri colleghi di maggioranza abbiamo riconfermato che il perimetro resta a 18 e che quanto è stato stabilito nelle passate commissioni politiche, ovvero di dare rappresentanza a tutte le forze resta in essere come linea. Quindi al di là di quella che può essere una scelta interna all'Uv, restano i presupposti che c'erano precedentemente".
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