Se le forze autonomiste che
compongono la maggioranza regionale non dovessero accogliere la
proposta di candidare Laurent Viérin alle prossime elezioni
europee "ci sono anche apparentamenti fuori dalla Valle" per
superare lo scoglio della raccolta firme. Così ai cronisti
Christian Sarteur, segretario di Pays d'Aoste souverain, dopo
l'incontro con le commissioni politiche di Uv e Av-Vda Unie
Mouv'. Sarebbe comunque - ha precisato - "un apparentamento
tecnico".
"Se ci venisse detto 'dovete cambiare candidato', allora si
entrerebbe in una logica di personalismi che Pas non ha mai
voluto perseguire", ha detto Sarteur, spiegando che "noi ce
l'abbiamo" un candidato che può mettere d'accordo tutti.
L'incontro di oggi fa parte di "un tavolo di dialogo che
proseguirà, c'è già stato prima e continuerà anche dopo sui vari
argomenti, sia adesso sulle europee che anche per un futuro, per
le regionali", ha detto Michel Perret, presidente di Pas.
Sull'ipotesi di candidare Viérin "non abbiamo trovato una rampa
di lancio, ma assolutamente non abbiamo trovato un muro. Quindi
poi ne discuteranno al loro interno. Però non abbiamo trovato
nulla di ostile" da parte di Uv e Av, ha aggiunto Sarteur.
L'elezione di un rappresentante valdostano all'europarlamento
è, secondo Sarteur, "un diritto negato, per sua natura è già
abortito alla nascita. Però se non si esercita un diritto, va a
finire che lo si perde" quindi "è meglio essere dentro un
meccanismo per cambiarlo che stare a fare gli spettatori fuori.
Chiaro che la faccia uno la mette, noi l'agnello sacrificale
l'abbiamo messo, l'agnello sacrificale che vada per tutte le
quattro stagioni". Sarteur ha parlato di "codici linguistici
sbagliati" tra Pas e il Mouvement: "L'Uv non si è confrontata
con i movimenti del tavolo del 18 maggio quando ha detto che non
avrebbe espresso un candidato" e "noi, in seconda battuta, forse
ci siamo sentiti troppo all'avanguardia e abbiamo presentato un
nostro candidato".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA