Un forte richiamo ai consiglieri regionali sulla gestione della comunicazione sui social network: a farlo, in apertura dei lavori dell'Assemblea, è stata la presidente del Consiglio Valle, Emily Rini.
"Ritorno su questo argomento per la terza volta in pochi mesi - ha detto - in quanto garante del rispetto dell'Istituzione che rappresentiamo e che tutti e 35 siamo tenuti a garantire, adottando comportamenti e atteggiamenti consoni al ruolo che siamo stati chiamati a ricoprire dalle valdostane e dai valdostani, tanto all'interno quanto all'esterno dell'Aula.
Forse gli inviti rivolti in precedenza non sono stati colti da tutti". Rivolgendosi al consigliere Andrea Manfrin (Lega Vda), Rini si è detta "profondamente indignata come donna, perché nei commenti a un suo post sulla sua pagina facebook, in cui campeggia la scritta Consigliere regionale, sono rimaste in bella vista per diverse ore parole irripetibili per la loro estrema gravità. Questo non è ammissibile per il rispetto che dobbiamo sia all'Istituzione sia ai cittadini. Si è responsabili non soltanto di quello che si scrive, ma anche del controllo di quanto viene pubblicato sulle proprie pagine social".
Allo stesso tempo la presidente Rini ha espresso solidarietà a Manfrin per alcuni commenti "non certo piacevoli che gli sono stati rivolti, anche sulle pagine delle consigliere Pulz e Nasso" ed ha auspicato che "torni a regnare il buon senso".
Daria Pulz (Adu) ha affermato di "essersi sempre attivata per sorvegliare i commenti" e che "non intende rinunciare al proprio profilo, in quanto i post pubblicati cercano di suscitare riflessioni critiche e non sono mai pubblicati per istigare prese di posizione violenta". "L'uomo è un animale politico - ha aggiunto - il che significa aver capacità di dialogo, sapersi disporre nella comunicazione intersoggettiva senza prevaricazioni autoritarie, superare il pregiudizio razziale e classista, al fine di saperci disporre verso una democrazia concreta, che non lasci irrisolte le esigenze di giustizia e uguaglianza". Manuela Nasso (M5S) ha ribadito l'esigenza di "sorvegliare i commenti pubblicati sui propri social network" e ha concordato sul fatto che "non si può invocare la mancanza di tempo, piuttosto occorre incaricare qualcuno o addirittura chiudere profili e pagine se non si è in grado di moderare, personalmente, piuttosto che lasciare pubblicate frasi di odio o insulti personali".
"Il richiamo da parte della Presidente del Consiglio al senso della misura - ha osservato Patrizia Morelli (Alliance valdotaine) - è doveroso: qualche volta i social si trasformano in collettori di frustrazioni e di nefandezze che fino a pochi anni fa non si potevano immaginare. Il richiamo vale in via generale, per i toni pesanti utilizzati non solo sui social ma anche in Aula: il confronto e anche lo scontro vanno mantenuti su un piano politico, mentre l'offesa personale è personale e non ha obiettivi politici, ma mira solo a screditare la persona.
Se questi attacchi da una parte infiammano le tifoserie, dall'altra intaccano la credibilità della politica e allontanano ulteriormente i cittadini".
"E' necessario fare un passo avanti: se è compito dell'Assemblea analizzare le derive che hanno i social, bisognerebbe però inquadrare questo argomento in un ragionamento più complessivo sull'influenza che i social hanno sullo sviluppo della democrazia anche in Valle d'Aosta" ha concluso Giovanni Barocco (Union valdotaine).
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