Se dopo l'uscita dalla maggioranza, Claudio Restano è sotto attacco dei suoi ex alleati ci pensa la Lega a difenderlo. E' quanto è emerso oggi in Consiglio regionale nel dibattito sulle dimissioni del consigliere da segretario. "Restano è una persona leale: ed è proprio la lealtà che è l'elemento fondamentale e raro in una dimensione di squadra, ancor più della fedeltà", ha detto in apertura del confronto Luca Distort (Lega). Se il capogruppo leghista Andrea Manfrin ritiene necessario che i gruppi politici che sostengono la Giunta Fosson "prendano atto del fallimento politico e amministrativo" e che "si dimettano e restituiscano la parola ai valdostani", per Nicoletta Spelgatti (Lega) "Restano ha semplicemente tradito i giochi di palazzo e di persone che non hanno più alcun collegamento con la comunità".
Patrizia Morelli (Alliance Valdotaine) ha spiegato di non essere stata stupita dalla fuoriuscita di Restano dalla maggioranza: "Se da una parte noi abbiamo sperato che fosse possibile una ricomposizione - ha detto - c'era però la necessità di fare chiarezza e quindi abbiamo accolto la notizia con sollievo perché finalmente abbiamo capito le intenzioni anche se non abbiamo capito le motivazioni politiche". Luigi Vesan (M5s) ha ricordato che Restano "nella scorsa legislatura ha cambiato 4 volte gruppo consiliare e oggi non riusciamo a capire quale sia il suo cambiamento politico: ci sembra un ennesimo tentativo di annusare l'aria e di indirizzare la barca verso la probabile nuova maggioranza". "Ancora una volta, si è aperta una crisi. I Governi, mediamente, negli ultimi sette anni, sono durati all'incirca otto mesi: una situazione che, di fatto, ha bloccato l'attività politica e amministrativa di una Regione che non riesce più a dare risposte ai cittadini", ha detto Alberto Bertin (Rete civica). La scelta di Claudio Restano è stata definita da Luca Bianchi (Uv) "una manovrina di palazzo che abbiamo già visto la scorsa legislatura e guarda caso il manovratore è lo stesso". "Più che di lealtà in questo caso bisognerebbe parlare di 'Leoaltà'", ha aggiunto Bianchi riferendosi al legame politico tra Restano e Leonardo La Torre.
Pierluigi Marquis (Stella Alpina), ha parlato di "momento importante perché si fa chiarezza: questo aiuta a definire le questioni e a immaginare il percorso da seguire per il futuro". Secondo Marquis "andare a elezioni in questo contesto non risolverebbe nulla se non si affronta il tema della governabilità".
Daria Pulz (Adu) ha scelto di non entrare nel merito della scelta di Restano, parlando di "una mattinata di lavoro persa, sono state cinque ore di niente". Secondo Elso Gerandin (Mouv') "il Governo Fosson non ha più i numeri, ora ci vuole coerenza e lealtà politica, per il bene dei valdostani bisogna aprire la crisi attraverso le dimissioni del presidente della Regione". Jean-Claude Daudry (Alliance valdotaine) ha osservato: "Stiamo lavorando alla ricostruzione autonomista e l'Union Valdôtaine dovrà compiere un ulteriore passo. Se si saranno le condizioni, in tempi ragionevoli, per portare avanti dei temi in favore di un cambiamento della nostra Regione, noi siamo pronti a proseguire. Altrimenti, non temiamo le elezioni e ci vorrà uno sforzo corale da parte di tutte le forze autonomiste e unioniste". Le dimissioni - dopo sei ore di dibattito - sono state accettate con 25 voti a favore e 10 contrari.