Il trasferimento agli arresti
domiciliari a Budapest per Ilaria Salis, deciso dai giudici
ungheresi, apre la strada che agevola le tappe per il possibile
rientro in Italia della 39enne in Italia. Le autorità italiane -
si apprende da fonti di governo - potrebbero chiedere al
dicastero ungherese - previa l'eventuale richiesta da parte dei
legali di Salis - la necessaria documentazione e trasmettere il
tutto all'autorità giudiziaria competente per il riconoscimento
e l'esecuzione in Italia della misura applicata, secondo quanto
prevede la legge quadro del Consiglio europeo del 2009, per il
reciproco riconoscimento delle decisioni sulle 'misure
alternative alla detenzione cautelare'. Sulla norma, però, ci
sarebbe una giurisprudenza non univoca in quanto quella
applicata a Salis non è una misura conseguente ad una condanna
definitiva ma una misura cautelare.
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