Oggi a Milano, presso la sede di
Sistema Moda Italia si è aperta la trattativa per il rinnovo del
Ccnl del settore tessile abbigliamento moda, da poco scaduto lo
scorso 31 marzo.
Il contratto, firmato da Smi con le organizzazioni sindacali
nazionali Femca-Cisl, Filctem-Cgil e Uiltec-Uil, interessa
direttamente o indirettamente oltre 40.000 imprese che occupano
oltre 370.000 addetti.
Il settore, che nel suo complesso ha sviluppato nel 2023 circa
64 miliardi di euro di fatturato, in leggera crescita, assicura
all'economia italiano un saldo positivo della bilancia
commerciale di oltre 11,5 miliardi di euro, rappresentando uno
dei comparti industriali più importanti del paese.
All'incontro di avvio del negoziato ha presenziato il presidente
di Smi Sergio Tamborini che, in una congiuntura di scenario
complessa, ha espresso l'intenzione delle imprese di cogliere la
scadenza del rinnovo del contratto nazionale come occasione
preziosa per sciogliere, insieme con i sindacati, alcuni nodi
strutturali. Tra questi contratto come baluardo ai rischi di
caporalato e la pari dignità di tutti i lavoratori, appartenenti
a tutte le qualifiche e profili professionali, a partire dalle
attività storicamente qualificate come operaie, che molto spesso
per conoscenze, competenze e abilità richieste, sono anche più
preziose e centrali nell'organizzazione aziendale rispetto a
tante qualifiche impiegatizie.
Le organizzazioni sindacali, dal canto loro, hanno illustrato i
contenuti della piattaforma per il rinnovo del Ccnl, già
discussa, approvata nelle assemblee del lavoratori nelle aziende
e presentata formalmente a Smi il 28 marzo scorso: le richieste
di modifica del contratto nazionale, oltre alle richieste
economiche (aumento retributivo medio in 3 anni di 270 euro
lordi a regime) spaziano su molti argomenti, molti dei quali
possono comunque convergere con le linee di indirizzo espresse
dal presidente di Smi.
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