La regione della Serra Gaúcha,
epicentro della presenza italiana nello stato brasiliano di Rio
Grande do Sul, vive uno "scenario di guerra" a causa delle
inondazioni che hanno devastato lo Stato causando decine morti.
Intere comunità sono state cancellate dalla carta geografica,
famiglie dilaniate, strade bloccate, il sistema produttivo
paralizzato.
"La nostra regione è completamente devastata, non esiste più.
Ciò che è accaduto non ha precedenti, è una catastrofe, viviamo
uno scenario di guerra", ha detto all'ANSA il presidente del
Centro per l'industria, il commercio e i servizi di Bento
Gonçalves (Cic-Bg), Carlos Lazzari, dopo un sopralluogo per
verificare da vicino i danni causati dal maltempo. Ad oggi la
Protezione Civile del Rio Grande do Sul ha registrato 57 morti e
67 dispersi in tutto lo Stato, ma il numero è destinato ad
aumentare. "Tra le oltre 200 città colpite, Bento Gonçalves sarà
probabilmente la prima in termini di morti. Ci sono ancora molte
persone intrappolate ma non abbiamo il numero ufficiale",
aggiunge Lazzari.
In città sono già state salvate più di 800 persone, grazie a
cittadini che hanno usato i propri mezzi, tra cui tre
elicotteri. Molti sono rimasti senza niente, solo con i vestiti
che indossavano, e senza una casa dove ritornare.
Anche nella vicina Caxias do Sul la priorità è quella di
salvare i sopravvissuti in aree isolate, come la comunità di
Sebastopoli, dove nessuno è più entrato o uscito dallo scorso 30
aprile. "Ci sono ancora molti posti ai quali non abbiamo avuto
accesso", afferma il presidente della Camera dell'Industria,
Commercio e Servizi di Caxias do Sul (CIC Caxias), Celestino
Oscar Loro
"Il sistema produttivo ed economico restano paralizzato
almeno fino a domenica e la città è completamente isolata. Spero
che lunedì si possa ritornare ad un certo grado di normalità",
sottolinea, evidenziando che "una parte enorme dello Stato vive
nel caos più assoluto".
Nonostante lo shock, il sentimento della comunità di origine
italiana è di solidarietà e di certezza della ricostruzione.
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